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Fabio Damato esce dal gruppo di Chiara Ferragni. La società spiega: “Cambiamento necessario in un percorso di rinnovamento aziendale”

Come la Ferragni, Damato è indagato per concorso in truffa aggravata nell’inchiesta sui pandori Balocco Pink Christmas

di Francesco Canino
Fabio Damato esce dal gruppo di Chiara Ferragni. La società spiega: “Cambiamento necessario in un percorso di rinnovamento aziendale”

Ora è ufficiale: Fabio Maria Damato è fuori dal gruppo Ferragni. Il “braccio destro e sinistro” di Chiara Ferragni, come lo definì la stessa influencer, esce dunque di scena e non sarà più il direttore generale della Sisterhood, la cassaforte dell’imprenditrice digitale, a cui fanno capo Fenice e TBC Crew.

Le due società, con una nota ufficiale anticipata poche ore fa da Il Corriere della Sera, mettono nero su banco quello che per molti addetti ai lavori era un percorso obbligato per il rinnovamento del gruppo, ossia l’addio di Damato. Prima erano solo rumors, per quanto pesantissimi, ora c’è una data da scandisce il timing della fine di un rapporto professionale e privato che fino al caso Balocco sembrava inscalfibile: “A partire dal 16 giugno 2024, Fabio Maria Damato cesserà dalla funzione di direttore generale e consigliere di entrambe le aziende per perseguire altre opportunità professionali. Il cambiamento fa parte di un percorso di rinnovamento aziendale”, si legge nel comunicato stampa.

La figura di Damato era centrale nella gestione dell’azienda, “è entrato nelle società operative con ruoli di primo piano, secondi solo alle deleghe dell’imprenditrice proprietaria”, come ricorda il Corriere. Il manager, laureato in economia alla Bocconi, ex giornalista di moda, dal 2017 ha assunto un ruolo operativo sempre più pesante, tanto da diventare direttore generale sia di Fenice, la licenziataria dei marchi Chiara Ferragni che “nel 2022, ultimo bilancio disponibile, aveva realizzato 15,6 milioni di ricavi con 3,4 milioni di utile”, sia di TBC Crew, la talent agency che gestisce “blog ed e-commerce e nel 2022 ha fatturato 14,5 milioni con 5,1 di utile”. Il legame tra i due sembrava solidissimo ma il pandoro gate prima e le altre inchieste si sono abbattute come uno tsunami sulle aziende, riverberandosi poi anche sulla loro amicizia.

Proprio come la Ferragni, Damato è indagato per concorso in truffa aggravata nell’inchiesta sui pandori Balocco Pink Christmas realizzati in collaborazione con l’azienda dolciaria di Fossano e il destino sembrava in qualche modo segnato. Il suo ruolo in azienda verrà preso da Marina Di Guardo: la mamma dell’influencer sale sulla plancia di comando in veste di direttore generale di Sisterhood, “consegnandole gli stessi poteri gestionali che prima aveva Damato”, osserva il Corriere. “Non un’uscita consensuale ma liquidazione e accordo tra le parti”, aggiunge il giornalista Gabriele Parpiglia, che per primo parlò di una richiesta di liquidazione da parte di Damato di 4 milioni di euro. Tra qualche mese si capirà che impatto avrà la scelta di mettere ai vertici la Di Guardo sia sui conti che sull’immagine del brand Ferragni.

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