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Fabio Damato rompe il silenzio dopo il caso Balocco: “Lo scorso febbraio ho deciso di dare le dimissioni e non ho chiesto una liquidazione aggiuntiva”

L'ex manager mette i puntini sulle i dopo il comunicato diramato dalla società di Chiara Ferragni in merito alla sua uscita

di Francesco Canino
Fabio Damato rompe il silenzio dopo il caso Balocco: “Lo scorso febbraio ho deciso di dare le dimissioni e non ho chiesto una liquidazione aggiuntiva”

Dopo mesi di silenzio assordante, Fabio Maria Damato esce allo scoperto e lo fa poche ore dopo il comunicato stampa con cui Fenice e TBS Crew hanno ufficializzato l’uscita del manager dalle società del gruppo di Chiara Ferragni. Damato non sembra averla presa troppo bene e dunque, attraverso una serie di Stories su Instagram, rettifica la versione fornita precisando che la sua uscita è autonoma e volontaria e che non è mai stato licenziato, come invece scritto da alcuni giornali. “Domani sarà il mio ultimo giorno da general manager di TBS Crew e Chiara Ferragni Brand e per questo voglio ringraziare tutti i professionisti che con la loro esperienza e umanità hanno voluto affiancarmi in questa avventura”, scrive Damato. Che cita anche Chiara Ferragni, la quale “più di sette anni fa mi ha chiamato per supportarla nell’evoluzione del suo progetto di business credendo nella mia visione”. Poi il ringraziamento a tutti i talent che ha seguito in quella che definisce “la loro evoluzione”, da Marina Di Guardo (mamma della Ferragni, nonché neodirettore generale del gruppo della figlia) a Francesca e Valentina Ferragni, e ancora Pietro Terzini, Manuel Mameli e Luca Vezil.

Poi arriva la prima vera notizia, ossia la rivelazione sul timing che ha portato all’uscita dalle società dell’ex amica Ferragni e la smentita del licenziamento: “Lo scorso febbraio, infatti, dopo attente e inevitabili riflessioni, ho deciso di dare le dimissioni (quindi no, non sono stato licenziato) dalle aziende con cui ho condiviso un percorso professionale incredibile, e per le quali negli anni ho dato tutto me stesso in termini di assoluta dedizione, idee, cuore e testa, sempre onorando i valori di onestà e correttezza che mi contraddistinguono”. E se le parole hanno un peso, l’insistere su “onestà e correttezza” non è stata una scelta casuale.

Ecco poi la seconda notizia che trapela da queste stories, con una presa di distanza netta sulle scelte di comunicazione degli ultimi mesi: “Ho accolto fino alla fine le necessità delle società che mi hanno chiesto di restare fino a giugno, nonostante le operazioni di comunicazione poste in essere dal 17 dicembre 2023 in avanti non hanno visto il mio coinvolgimento”. Finalmente poi Damato cita il pandoro gate, pur non entrando nei dettagli: “Non mi è permesso in questo momento entrare nel merito del caso pandoro ma essendo diventate pubbliche alcune e-mail insistentemente a me attribuite, devo precisare come nessuna di queste e-mail fosse la mia”. Non manca una frecciatina ai media, per il profilo che hanno tracciato di lui: “Resto amareggiato per come questa vicenda abbia messo in ombra anni di duro e onesto lavoro fatto dalle società e dalle persone coinvolte. Un lavoro sempre in salita, costellato di tanti ostacoli e altrettanti successi, che chiunque si ritenga intellettualmente onesto non può attribuire solo al caso o alla fortuna. Mi ferisce la sofferenza inflitta ai dipendenti di tutte le società che s sono sentiti attaccati pubblicamente e hanno visto messe in pericolo le aziende per cui lavorano e di conseguenza i loro posti di lavoro”.

Non manca un passaggio-confessione sul suo attuale stato d’animo: “Esco stremato da una certa violenza che abbiamo tutti subito, specie Chiara Ferragni che ho sempre rispettato come persona e come capo e per la quale l’onestà, la dedicazione e l’affetto che ho dedicato nessuno potrà mai mettere in discussione”. Damato va dritto al punto anche sulla questione guadagni, di cui molti hanno scritto in questi mesi: “Ho letto una certa ossessione circa i miei presunti incredibili guadagni. Purtroppo (per me) non solo le cifre circolate sul mio stipendio di lavoratore dipendente sono lontane dalla realtà, ma non ho mai nemmeno percepito da membro dei due consigli di amministrazione quei fantastici compensi di cui scrive, perché sono ruoli che ho ricoperto a titolo gratuito fino alla mia uscita volontaria”.

E stoppa anche le indiscrezioni sulla liquidazione monstre che avrebbe richiesto: “Per finire, nel segno della coerenza al momento delle mie dimissioni volontarie da tutte le cariche non ho chiesto nessuna liquidazione aggiuntiva, tantomeno di 4 milioni di euro e nulla in più mi è stato versato se non gli oneri previdenziali spettanti d legge a qualsiasi lavoratore dipendente”. Infine, il passaggio più duro, la rettifica al comunicato diramato in mattinata da Fenice e TBS Crew: “In questi mesi difficili non ho mai replicato a provocazioni o a informazioni errate circolate sul mio conto perché da dipendente credevo non fosse corretto farlo visto il rispetto per le persone, le gerarchie e per le aziende per cui ho lavorato. Ma oggi è opportuno anche rettificare come la mia uscita sia stata una scelta autonoma e volontaria, e non, come diffuso dall’azienda, che “il cambiamento fa parte di un percorso di rinnovamento aziendale. Grazie”. Arriverà anche una nota di Chiara Ferragni o sceglierà, ancora una volta, la strada del silenzio totale?

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