A 48 ore dall’entusiasmo per il milione e mezzo di voti raccolto da Alleanza Verdi – Sinistra alle elezioni, sono già cominciati i litigi. Come ha raccontato Il Fatto Quotidiano, Angelo Bonelli, portavoce dei Verdi, e Nicola Fratoianni, leader di Sinistra italiana, sono nel bel mezzo delle discussioni su come spartirsi i seggi ottenuti a Bruxelles, in attesa che comincino i lavori del nuovo Parlamento. La decisione finale su chi avrà la meglio nell’intricato incastro elettorale spetterà all’ex sindaco di Roma Ignazio Marino, che, a quanto riferito al Fatto, non ha alcun dubbio sulla sua scelta.
Dalle colonne del Corriere della Sera Bonelli ha ricordato che gli eletti nella lista rosso-verde andranno in due gruppi diversi, rispettivamente Left e Greens. La lista dei nomi degli europarlamentari non è ancora chiusa. In attesa che Roma invii i risultati dei seggi capitolini al Viminale, si sa per certo che l’alleanza ha ottenuto in tutta Italia sei seggi, ma solo tre nomi della delegazione sono definitivi: Ilaria Salis, la maestra antifascista a processo in Ungheria; Mimmo Lucano, l’ex sindaco di Riace che ha fatto dell’accoglienza ai migranti la sua battaglia; e infine Marino, “il marziano” disarcionato dal Pd – che era il suo partito – dalla guida del Campidoglio. I primi due sono pronti a sedere a Sinistra, Marino invece è team Bonelli.
Il Tetris – Per gli altri si aspetta ancora, visto che sono avviluppati in un complicato sistema di caselle. Subito dopo i nomi dei supereletti, i tre più accreditati sono l’ex sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, nelle Isole, l’ambientalista Benedetta Scuderi nel Nord Ovest e l’animalista Cristina Guarda, nel Nord Est: tutti Verdi. Due a quattro per Bonelli. Eppure da Sinistra Italiana dicono che l’ideale sarebbe arrivare a tre e tre, e sperano di spuntarla per Marilena Grassadonia, candidata di Sinistra Italiana e attivista per i diritti Lgbtqia+. Il fulcro, spiegano, è il collegio del Nord Ovest, che vede in fila Salis-Lucano-Marino-Scuderi e due seggi guadagnati. Lucano è pronto ad andare al Sud e Marino potrebbe salire lasciando spazio a Grassadonia al Centro. Mentre Sinistra Italiana affina le strategie ispirandosi a Tetris, Bonelli interpellato dal Fatto su cosa abbiano intenzione di fare risponde diplomaticamente: “I criteri non sono ancora stati decisi”. E non è detto nemmeno che vengano rispettati: “Possiamo solo consigliare”, risponde un altro verde vicino a Bonelli.
La scelta di Marino – L’ex sindaco “marziano” di Roma, cacciato in malo modo dal Pd, ha portato avanti una fitta campagna pubblica sugli errori del sindaco dem Roberto Gualtieri per i ritardi nella comunicazione dei voti. E continua ad andare avanti per la sua strada. Dalla sua comunicazione fanno sapere che a cambiare location elettiva “non ci pensa nemmeno. L’ufficio di rappresentanza va aperto nel collegio di elezione, Marino è stato eletto al Centro e non si sposta”. Lo sgarbo in risposta potrebbe essere se Ilaria Salis decidesse di tenere il seggio delle Isole, tagliando fuori Orlando. La componente di Fratoianni ha già pensato a metterla sul piatto con la spiegazione che comunque entrerebbe Scuderi, e la regola di 3 e 3 resterebbe intatta. I Verdi, però, non credono sia possibile che Salis si faccia l’ufficio in Sicilia o Sardegna e cioè diventi l’eurodeputata delle isole. Come nelle migliori famiglie, ufficialmente non c’è nessuno scontro, e anzi Bonelli ha tenuto a ricordare la collaborazione passata all’Europarlamento dei Greens e dei Verdi: “Fino ad ora – si legge sempre sul Corriere – Verdi e Left il 90% delle volte hanno votato alla stessa maniera”. Anche se vantano un passato europeo di provvedimenti condivisi, il futuro comincia con una rottura e il prossimo problema potrebbe essere l’elezione della presidenza della commissione. I Greens, con cui Bonelli aspetta di confrontarsi, hanno aperto alla possibilità di votare per il bis di Ursula von der Leyen, mentre è molto difficile che Left sostenga qualsiasi nome proveniente dal Ppe. Intanto Marino è andato a Bruxelles “a fare il suo dovere di deputato dei Verdi”. L’Alleanza in Europa è già dimenticata.