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Noam Chomsky ricoverato in Brasile: il celebre linguista trasferito dagli Usa dopo un ictus che lo ha colpito un anno fa

Arriva come una doccia fredda la notizia secondo cui Noam Chomsky, linguista e attivista fra i più noti intellettuali del nostro tempo, è ricoverato in ospedale in Brasile (paese natale della sua compagna). Qui si sta riprendendo da un grave ictus che lo ha colpito nel giugno 2023 e che, come confermato dalla moglie Valeria, ha preso il lato destro del suo corpo. Secondo il suo vecchio assistente Bev Stohl, citato dal quotidiano britannico online The Independent, “non può scrivere, non può rispondere, ma non ha dolore. I suoi occhi sono aperti e pare osservare ciò che accade intorno a lui”.

Chomsky si trova attualmente in una struttura di San Paolo, dove è stato trasferito con una aereo-ambulanza sorvegliato da due infermieri una volta che si è ripreso abbastanza da lasciare gli Stati Uniti. Un’anticipazione della testata brasiliana Folha de S.Paulo aveva svelato come il 95enne avesse difficoltà a parlare e fosse stato colpito dall’ictus circa un anno fa. Tutto ciò è stato confermato via email all’Associated Press dalla moglie, aggiungendo anche che il marito segue i telegiornali e quando vede le immagini della guerra a Gaza, questione a cui tiene molto, alza il braccio sinistro con un gesto di lamento e rabbia. Chomsky riceve visite quotidianamente da un neurologo, un logopedista e uno specialista dei polmoni.

Nato a Philadelphia nel 1928, Chomsky è considerato un influente attivista e critico della politica del suo paese, gli Stati Uniti, dal Medioriente all’America centrale, nonché fustigatore dei media che ritiene essere compiacenti. I suoi libri e saggi sono letti e discussi da milioni di persone. Chomsky è stato a lungo membro del Massachusetts Institute of Technology (MIT) e nel 2017 è entrato a far parte del College of Social & Behavioral Sciences dell’Università dell’Arizona, a Tucson, dove ricopriva la carica di Laureate Professor in linguistica. Il suo libro Syntactic Structures, uscito nel 1957, ha trasformato lo studio della materia, mettendo al centro la tesi per cui gli esseri umani non imparano semplicemente il linguaggio, ma nascono con un’abilità innata che spiega come possano formulare e comprendere frasi mai viste o sentite prima.