Come ci si poteva aspettare, le elezioni europee non hanno portato nessun cambiamento sostanziale. Ma l’Europa deve cambiare perlomeno in un aspetto fondamentale: quello di un nuovo sistema energetico che sia veramente sostenibile. Su questo punto, c’è ancora molta resistenza su tutto lo spettro politico. A destra, molte persone sono rimaste ancorate a una visione obsoleta che non concepisce l’energia se non prodotta da grandi impianti centralizzati, nucleari se possibile. A sinistra, invece, molti rimangono legati a concetti altrettanto obsoleti che vedono le rinnovabili come uno spreco di risorse e enfatizzano invece il risparmio e la decrescita.

Ci vorrà un po’ di tempo per arrivare a iniettare un po’ di sana realtà in questo dibattito. Un po’ per volta, però, credo che ci riusciremo. In un post precedente ho parlato delle prospettive (molto scarse secondo me) del nucleare. Vediamo oggi di discutere un’obiezione diffusa contro le rinnovabili: è vero che prendono troppo spazio e impattano negativamente sul verde e sull’agricoltura? La risposta è no. In realtà, i pannelli fotovoltaici (e l’energia rinnovabile in generale) sono i migliori amici del verde, e degli alberi in particolare.

Per capire perché, dobbiamo pensare al fenomeno detto “Global Greening” o “rinverdimento globale”, osservato negli ultimi decenni. Un po’ ovunque, le foreste si stanno espandendo. A cosa è dovuto? Secondo alcuni, è un effetto fertilizzante delle emissioni di biossido di carbonio (CO2). Potrebbe darsi, ma comunque il CO2 fa tali danni al clima che non è il caso di farlo aumentare ancora di più. La ragione principale del rinverdimento, invece, è che la diffusione dell’energia fossile nel mondo ha fatto si che non ci sia stato più bisogno di tagliare alberi per scaldarsi e cucinare. Così la foresta ha potuto ricrescere. Perlomeno una cosa buona i fossili l’hanno fatta!

Oggi, tuttavia, i fossili sono diventati costosi e dobbiamo liberarcene il prima possibile. Ma se non li sostituiamo con qualche altra cosa, andrà a finire che la gente rimarrà senza energia e tornerà a usare la legna. Cosa succederebbe se otto miliardi di persone cominciassero a dirigersi verso i boschi con delle asce in mano? Oppure, in modo un tantino più sofisticato, si mettessero a usare biomassa su larga scala per scaldare fornaci e turbine? Addio foreste!

Ne consegue che se vogliamo salvare capra e cavoli (ovvero alberi e clima), dobbiamo trovare una fonte di energia che non ci costringa a ritornare alla legna. Ce l’abbiamo; è l’energia rinnovabile, principalmente fotovoltaica e eolica.

Ma queste tecnologie non faranno peggio occupando grandi aree di suolo? No; basta ragionarci sopra un po’ per convincersene. Per esempio, possiamo calcolare che basterebbe meno dell’1% della superficie totale del territorio italiano per installare impianti fotovoltaici sufficienti per produrre altrettanta energia di quanta ne produciamo oggi (vedi, per esempio “Quale Energia”). Ovviamente, è un calcolo molto approssimato. Ci sono tante cose di cui tener conto: altre tecnologie rinnovabili, espansione della produzione di energia elettrica per coprire il trasporto, efficientamento del riscaldamento degli edifici e molto altro. Ma l’1% del territorio è una stima ragionevole, supponendo che limiteremo i consumi a livelli non molto superiori agli attuali.

Ora, sappiamo che in Italia il 20% del territorio è oggi coperto di strutture “impermeabili” ovvero edifici, strade, parcheggi, eccetera. Il valore esatto dipende da cosa si intende, ma è una buona approssimazione. Ne consegue che c’è spazio in abbondanza per gli impianti rinnovabili. Vero è che non tutte le superfici edificate sono utilizzabili per il fotovoltaico, ma se aggiungiamo una frazione di terreni agricoli degradati e inutilizzabili vedete che non c’è nessun problema per trovare la superficie necessaria. E se abbiamo energia elettrica rinnovabile, non abbiamo bisogno di tagliare gli alberi per farne legna da ardere. Il fotovoltaico non danneggia la natura. Il fotovoltaico salva gli alberi!

Aggiornato dall’autore il 14 giugno alle 9,30

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