Lavoro & Precari

Sit-in alla Leonardo di Grottaglie dopo lo stop alle attività per mesi: “Basta dipendenza da committenze Boeing”. Tensione con la polizia

Lo stabilimento fermo per alcuni mesi, la richiesta all’azienda di diversificare le commesse per dare un futuro all’impianto. La protesta dei lavoratori di Leonardo nello stabilimento di Grottaglie si è fatta sentire e non sono mancati i momenti di tensione con le forze dell’ordine. Durante il corteo e il sit-in davanti ai cancelli – indetto da Fiom, Fim e Uilm – si è arrivati al contatto fisico con gli agenti schierati vicino all’impianto di Monteiasi, alle porte di Grottaglie, nel Tarantino: un cordone di poliziotti e carabinieri ha respinto l’avanzare dei manifestanti che cercavano di dirigersi verso l’aeroporto, utilizzato per l’arrivo di leader o delegazioni del vertice G7 in corso a Fasano. Poi la situazione è tornata sotto controllo.

La mobilitazione, hanno spiegato i sindacati, è stata promossa per contestare “la decisione manageriale di sospendere le attività produttive per diversi mesi”. Nello stabilimento si realizzano due sezioni della fusoliera in composito del Boeing 787 e questa attualmente è l’unica commessa. “I lavoratori – ha sottolineato la Fiom Cgil – vogliono portare la loro lotta per il futuro e la diversificazione all’attenzione dei potenti del G7″ riuniti in questi giorni a Borgo Egnazia, a un centinaio di chilometri di distanza.

“Il 24 giugno – sottolineano le segreterie nazionali dei tre sindacati metalmeccanici – si svolgerà a Roma l’incontro con i vertici aziendali e ci aspettiamo che l’azienda si sieda al tavolo con la volontà di individuare soluzioni per un reale percorso di diversificazione delle attività che porti alla piena saturazione del sito e garantisca la piena occupazione di tutti i lavoratori compresi quelli dell’indotto”. Per Fim, Fiom e Uilm “la lotta non si ferma con le forze dell’ordine ma dando risposte concrete a chi rischia di non avere un futuro lavorativo mantenendo centrale la presenza di una azienda come Leonardo, partecipata dallo Stato”.

Per Davide Sperti, segretario territoriale della Uilm, “questa è una giornata importante per i lavoratori di Leonardo, delle aziende controllate e dell’indotto, circa 1.300 persone, che protestano in maniera unitaria”. Leonardo, ha aggiunto, “tenta di divedere queste persone ma non è accettabile. La storia si ripete. Cos’altro avrebbero potuto fare questi lavoratori nel tempo? Niente”. Durante la crisi – aggiunge il sindacalista – “abbiamo dimostrato di saper fare altro, oltre il 787. Ci avevano garantito la diversificazione che è iniziata ma non sufficiente perché il business è complicato. Questa è un’organizzazione fallimentare”.

Per “l’ennesima volta negli ultimi quattro anni – ha detto Michele Tamburrano, segretario generale della Fim Taranto-Brindisi – ci troviamo davanti ai cancelli dello stabilimento di Leonardo con i lavoratori per condividere un percorso che spinga la direzione aziendale a diversificare la produzione. Non possiamo accettare che uno stabilimento con queste professionalità sia dipendente semplicemenente da Boeing. Una mono-committenza, anzi, un mono prodotto”. Le “iniziative degli ultimi anni, pur lodevoli, non servono – sostiene Tamburrano – a ‘saturare’ il personale impiegato nello stabilimento”.