Roberto Vannacci rischia il processo militare per istigazione all’odio razziale. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale militare di Roma ha respinto la richiesta di archiviazione nei confronti del neo europarlamentare della Lega. Il procedimento era nato dalla pubblicazione del suo libro Il mondo al contrario, nel quale erano contenute diverse riflessioni sulle minoranze e le “normalità”.

A far partire l’inchiesta erano state le denunce, tra cui quella del Sindacato dei Militari e l’associazione Tripla Difesa. Il giudice ha ora deciso di fissare una nuova udienza che si terrà il prossimo 25 settembre. “Al momento sappiamo solo che il gip ha respinto la richiesta della procura ma nei prossimi giorni chiederemo le carte – ha detto l’avvocato Giorgio Carta, difensore di Vannacci – Una decisione che non comprendiamo perché la fattispecie contesta non è reato militare”.

Nelle denunce era stato ipotizzato il reato di propaganda di idee fondate sulla superiorità e odio razziale. Il filone militare viaggia parallelo con quello avviato mesi fa nei confronti del generale dalla giustizia ordinaria. Nel febbraio scorso la procura di Roma lo ha iscritto nel registro degli indagati, sempre per l’accusa di istigazione all’odio razziale per alcune affermazioni che compaiono sul libro autoprodotto. Sotto la lente degli inquirenti sono finiti una serie di passaggi presenti nel volume diventato, di fatto, un caso editoriale, con 200mila copie vendute.

L’avvio del procedimento, anche in questo caso, è legato ad una serie di denunce. Oggetto degli esposti, in particolare, le frasi in cui il generale eurodeputato definisce “non normali” gli omosessuali o quando cita un episodio vissuto a Parigi in cui fa riferimento a persone di colore. Sempre a piazzale Clodio, inoltre, è in fase di indagine il fascicolo in cui si contesta a Vannacci il reato di truffa sulle spese a Mosca. Vicenda, quest’ultima, sulla quale è al lavoro anche la Procura militare. I fascicoli sono stati aperti dopo un’ispezione svolta dallo Stato Maggiore della Difesa. Gli accertamenti riguardano l’indennità di servizio per i familiari che sarebbero state percepite illecitamente, perché moglie e figlie non sarebbero state a Mosca nel periodo considerato.

Si tratta di una spesa di 9mila euro legata all’auto di servizio, che non sarebbe stata autorizzata, e rimborsi per l’organizzazione di eventi e cene che in realtà non si sarebbero svolti. Il periodo preso in esame dagli ispettori ministeriali è quello compreso tra il febbraio del 2021 ed il maggio del 2022. Poi Vannacci venne espulso dal Cremlino insieme ad altri 23 diplomatici ed esperti militari italiani, in risposta all’analoga mossa dal governo Draghi dopo l’invasione dell’Ucraina. Le verifiche degli ispettori hanno tenuto anche conto di alcune segnalazioni fatte dal colonnello che, a partire dal 2023, ricopre il ruolo che era di Vannacci nella sede della Difesa a Mosca. L’alto ufficiale ha segnalato una serie di “anomalie e criticità nella gestione amministrativa del suo predecessore”.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Le opposizioni cantano Bella ciao alla Camera. E Ricciardi (M5s): “Il leghista Crippa preferisce la Decima Mas, si vergogni”

next
Articolo Successivo

Processo a Ciro Grillo, riproiettati in aula i video della presunta violenza. La consulente di parte civile: “La ragazza non era partecipe”

next