In queste ultime ore la Calabria è scossa da un terremoto giudiziario su mafia, politica, corruzione, voto di scambio. Le indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria hanno ad oggetto l’influenza della ‘ndrangheta reggina nelle elezioni regionali e comunali del 2020/2021. Nelle indagini oltre ad essere coinvolti mafiosi di elevata pericolosità sociale, sono indagati politici di primo piano di centro-sinistra e centro-destra, finanche il sindaco Pd di Reggio Calabria.

Come sempre accade in Calabria la questione morale è rigorosamente trasversale: è l’unica regione d’Italia dove vi è alle Regionali un’alternanza tra centro-sinistra e centro-destra. Con la dovuta cautela perché siamo in una fase di indagini preliminari e nessuno è ancora colpevole, ma lo scenario che emerge è quello assai radicato e noto a chi conosce il territorio calabrese e la capacità della ’ndrangheta di arrivare ovunque, di mimetizzarsi ad ogni livello politico ed istituzionale.

È utile ricordare, perché i media frettolosamente cancellarono ciò che accadde in Calabria alle Regionali del 2021, la competizione in cui si è anche concentrata l’azione della magistratura di Reggio Calabria.

Finito il mio secondo mandato di sindaco di Napoli, mi candido, con una coalizione civico-popolare, a presidente della regione Calabria. Una campagna elettorale stupenda, colma anche di umanità e connessione sentimentale, girai tutta la Calabria, dalle aree interne al mare, dalle campagne alle città, dai borghi più piccoli alle località turistiche. La rivoluzione con lo zainetto, così la chiamammo. Quanto entusiasmo, liste con bellissime candidature, tanti giovani, una delle più belle pagine di riscatto politico di quella terra.

Purtroppo la fase finale della pandemia non ci consentì di arrivare ancora di più ad incontri con moltissime persone. Ottenemmo il 17%, in una regione con lo sbarramento all’8% per evitare qualsiasi novità politica. Mai nella storia delle elezioni regionali italiane una coalizione civico-popolare, al di fuori dei partiti forti, ha preso un risultato così netto.

Non fu solo una coalizione di sinistra, ambientalista, radicale, la lotta alle mafie e alla corruzione fu il punto centrale delle nostre storie che ci fece prendere consensi anche trasversali. Biografie personali sempre schierate sulla questione morale e sull’attuazione della Costituzione. Abbiamo eletto consiglieri regionali, ho rinunciato al ruolo di consigliere regionale, tra l’altro lautamente retribuito, lasciando lo scranno ai compagni di avventura calabresi, sono stato il candidato presidente che ha preso più preferenze personali, oltre le liste.

Se avessimo avuto il sostegno del Movimento 5 stelle, come chiedeva fortemente la maggioranza della base del Movimento che incontravo nei territori della Calabria, avremmo potuto addirittura vincere, tenuto conto della forza politica del presidente Conte in quel periodo. Invece il partito nazionale scelse di sostenere la candidata del Pd e di andare a braccetto politico con un partito che in Calabria è stato trafitto dalla questione morale ed è responsabile, in tanti suoi uomini e donne, del disastro in cui è stata trascinata quella Regione.

Ricordo questo perché ritengo che la questione morale, la coerenza, la credibilità, non possono essere valori ad intermittenza, oppure strabici, oppure piegati a valutazioni elettorali opportunistiche, e che nessuna alleanza può mai giustificare di accettare il puzzo del compromesso morale, ma debbono essere la spina dorsale per chiunque svolga attività pubblica, istituzionale e professionale.

Quell’abbraccio secondo me eticamente ferale con il Pd alle Regionali in Calabria nel 2021 fu un pugno in faccia alla rivoluzione in atto che invece con il sostegno dei 5S, che non rappresentano il sistema in Calabria, si sarebbe potuto vincere e pensate che sarebbe accaduto di bellissimo in quella terra oggi invece governata da partiti che hanno al loro interno persone che hanno distrutto diritti e tradito una terra straordinaria, per non parlare della questione morale.

La Calabria sarebbe stata, come lo è stata Napoli, seppur i paragoni valgono fino ad un certo punto, un laboratorio nazionale di riscatto del sud estremo attraverso la politica delle mani pulite, delle competenze e del coraggio. Queste esperienze possono servire anche ad indicare la strada della rinascita e della riscossa in politica. Un faro luminoso imprescindibile sono certamente la coerenza dei fatti e la credibilità delle storie delle persone.

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