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Francia, la regìa di Bollorè dietro la svolta “nera” di Ciotti e dei gollisti: sognando il modello Meloni

Il quotidiano Le Monde ricostruisce la strategia del miliardario e i contatti con il presidente dei Les Républicains, destituito dal partito dopo l'annuncio dell'alleanza con Marine Le Pen in vista delle elezioni del 30 giugno. Il magnate vorrebbe una destra di governo come quella italiana

La stampa francese sta ricostruendo i retroscena dell’alleanza tra destra e estrema destra, siglata dall’annuncio di martedì di Éric Ciotti, che si aggrappa alla sua poltrona di presidente del partito neo gollista Les Républicains (LR) malgrado il consiglio politico, ovvero i principali responsabili LR, abbia votato per due volte la sua espulsione. Ed è piuttosto inquietante. Secondo Le Monde, dietro questo patto c’è l’ombra del miliardario ultra conservatore Vincent Bolloré. Il quotidiano rivela che Ciotti, nel pomeriggio di lunedì 10, quindi prima di accendere la miccia che ha fatto implodere il partito della destra, si è recato al al 51, boulevard de Montmorency, a Parigi, per incontrare Bolloré.

Come fa notare Le Monde, Bolloré da molti anni appoggia il principio di una “unione delle destre”, su un modello, diciamo, “all’italiana”, che in Francia era tabù dal secondo dopo guerra. L’uomo d’affari di origini bretoni è proprietario di diversi media, tra cui i settimanali Paris Match e Le Journal du dimanche, la radio Europe 1 e la tv CNEWS, che è servita da trampolino di lancio a Eric Zemmour, fondatore del movimento Reconquête, l’altro partito di estrema destra francese, che però ottiene scarsi risultati alle urne. Ciotti sarebbe dunque andato a consultare Bolloré per preparare l’intervento di martedì, al tg di TF1, in cui ha appunto lanciato l’alleanza con il Rassemblement National.

Pare che nessuno dei responsabili LR ne fosse al corrente. Bolloré e Ciotti si conoscono e si frequentano da anni. Si ricorda una frase del 2021 in cui Ciotti, facendo riferimento a Bolloré, ha detto: “Siamo entrambi preoccupati per la preservazione dell’identità francese”. I due si incontrerebbero inoltre tutte le estati in Costa Azzurra, a Saint-Tropez, dove il miliardario ha una casa. La virata verso l’estrema destra di Ciotti si era notata da tempo, riguardo soprattutto a temi sensibili come l’immigrazione, facendo suo il principio anti-migranti e anti-musulmani della “grande sostituzione”. Per Bolloré “Marine Le Pen è di sinistra”, ma, stando a Le Monde, il miliardario si sarebbe arreso all’evidenza, di fronte agli scarsi risultati di Zemmour: “RN è arrivato in testa alle elezioni europee e i repubblicani sono minacciati di perdere molti dei loro bastioni. Una scissione dei Républicains è ora possibile e una buona parte dei suoi esponenti potrebbe unirsi al partito di estrema destra. Vincent Bolloré lo spera da tempo”.

Bolloré pensa, si legge ancora, che “a RN spetti ormai di condurre la lotta contro l’immigrazione e l’islam, il ritorno all’ordine e alla sicurezza. In quanto imprenditore preferirebbe però vedere all’economia dei ministri venuti dalla destra. In fondo, il suo ideale politico sarebbe una sintesi francese della premier italiana Giorgia Meloni: anti-immigrati e reazionari, europea e pro patron”. Da parte sua, Le Parisien rivela oggi gli incontri segreti tra Ciotti e i responsabili dell’estrema destra sin dalla sera di domenica, al termine del voto per le Europee, dopo cioè l’annuncio choc dello scioglimento dell’Assemblea da parte di Macron. Ciotti avrebbe convocato ben dopo la mezzanotte, Alexandre Loubet, direttore della campagna elettorale di Jordan Bardella, il giovane capolista RN, 32% alle Europee, oggi aspirante premier.

Il giorno dopo, sempre in segreto dal suo partito, avrebbe pranzato con Marine Le Pen e Bardella, prima di raggiungere Bolloré a casa sua. Mentre il partito LR si spacca, tra chi segue Ciotti nell’alleanza con l’estrema destra, e chi invece gli dà del traditore e lo vuole destituire, Ciotti, che crede di poter contare sull’appoggio dei militanti e degli elettori LR, si è fatto riprendere ieri dalle tv seduto nel suo ufficio di presidente LR, prima di andare a pranzare di nuovo con Le Pen e Bardella per spartirsi le circoscrizioni in vista delle legislative anticipate del 30 giugno e 7 luglio. RN avrebbe dunque accettato di sostenere il candidato LR in una settantina di circoscrizioni.

Marine Le Pen e Eric Ciotti, scrive Le Parisien, “hanno sempre avuto buone relazioni”. I due si consulterebbero regolarmente in Assemblea nazionale per conoscere le posizioni reciproche per esempio in occasione dei voti delle mozioni di censura al governo. Si sa che Ciotti, deputato delle Alpi-Marittime dal 2007, punta a Nizza, sua città natale, di cui oggi è sindaco il suo “fratello nemico” Christian Estrosi, ex LR che nel 2021 ha raggiunto il movimento Horizons di Edouard Philippe, alleato di Emmanuel Macron. “Nizza è la bussola politica di Éric Ciotti”, scriveva qualche giorno fa Le Figaro. Nell’accordo, Marine Le Pen sarebbe pronta a rinunciare ad una circoscrizione importante come quella delle Alpi-Marittime e appoggiare la candidatura LR di Christelle d’Intorni, vicina a Ciotti, ora che è arrivato il momento sognato da sempre: la fine di quel tabù che l’ha resa finora un partner politico impresentabile.