Scene dalla cena inaugurale del G7 pugliese. Castello Svevo di Brindisi. Intorno alle 21, i “grandi della terra” sono già tutti arrivati e hanno preso posto, Olaf Scholz e Fumio Kishida accompagnati dalle rispettive consorti. Joe Biden diserta: è “affaticato”, spiegano i media americani. Ma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la figlia Laura e la premier Giorgia Meloni attendono. Manca l’ultimo ospite. Il presidente francese Emmanuel Macron si fa aspettare. L’auto presidenziale è arrivata ma il capo dell’Eliseo resta dentro per almeno due minuti. Quando esce, parla al telefono. La scena ricorda quella di Baden Baden (Germania) del 2009, quando Silvio Berlusconi fece aspettare Angela Merkel per una telefonata al vertice Nato. Quando si decide di entrare il presidente francese sorride e abbraccia Mattarella, mentre con Meloni lo sguardo è gelido: un baciamano di cortesia e poco più. La premier non fa niente per nascondere il disappunto, gli occhi mostrano uno sguardo furioso.

L’immagine è iconica ma, sorpresa, sparisce dai telegiornali e dai servizi della Rai. Nel Tg1 del venerdì mattina, per dire, viene mostrato solo il saluto dei leader con Mattarella evitando quelli con la premier. Un mistero che crea un piccolo caso diplomatico con i colleghi delle tv francesi e spagnole: è la Rai a distribuire le immagini – con una singola telecamera – alle televisioni di Parigi e il saluto tra Meloni e Macron non c’è. Non a caso, da quanto risulta al Fatto, i giornalisti di Parigi presenti a Borgo Egnazia hanno chiesto informalmente a viale Mazzini di poter avere anche il gelido saluto tra la premier italiana e il presidente francese per mandarlo in onda nei propri telegiornali.

Quello di giovedì sera è il culmine di una giornata di tensione sull’asse Roma-Parigi. Il tema è il diritto all’aborto. La Francia ha provato fino all’ultimo a inserire “l’accesso all’aborto sicuro e legale e alle cure post-aborto” nel documento finale del G7 che sarà approvato venerdì sera. L’Italia si oppone, chiedendo semplicemente di riconfermare gli impegni del summit di Hiroshima. La trattativa si interrompe lunedì alle 3 di notte, quando gli sherpa italiani chiedono di rinviare tutto. Nella bozza finale la parola “aborto” sparisce. Ma giovedì è la giornata dello scontro: fonti italiane prima parlano di “strumentalizzazione elettorale” di Parigi e di “scorrettezza e slealtà” di Macron. Il presidente francese, che teme la vittoria di Le Pen alle legislative, replica dispiacendosi per l’assenza della parola e aggiungendo che “ci sono sensibilità diverse”. La giornata si conclude con una dichiarazione di Meloni che non vuole vedersi rovinare il summit: “Non si fa campagna elettorale al G7”. Subito dopo la cena, dove i due si guardano a stento.

Quello al G7 però è solo l’ultimo scontro tra Meloni e Macron. I due non si sono mai presi. Fratelli d’Italia nel 2022 ha fatto la sua campagna elettorale contro il presidente francese e non è un caso che dopo la sconfitta alle elezioni europee – doppiato da Marine Le Pen – gli uomini di Meloni abbiano messo in evidenza il risultato di Macron. Dall’altra parte il presidente francese ha sempre preso come esempio Meloni per ricordare ai francesi cosa succederebbe nel loro Paese in caso di vittoria di Marine Le Pen: due donne di estrema destra al governo.

Il primo scontro arrivò addirittura due settimane prima della formazione del governo Meloni, quando la ministra francese degli Affari Europei Laurence Boone disse a Repubblica che Parigi avrebbe “vigilato sul rispetto dei diritti e delle libertà” da parte di Roma. Pronta la replica della premier in pectore Meloni che rispose parlando di “inaccettabile ingerenza” da parte del governo francese.

E fu proprio con Parigi che arrivò il primo caso diplomatico del governo di destra italiano a novembre del 2022. Oggetto del contendere il mancato sbarco della nave Ocean Viking, della ong SOS Mediterranée. La nave era inizialmente diretta verso l’Italia, ma il governo si era rifiutato di dare l’autorizzazione allo sbarco delle 234 persone migranti a bordo. Palazzo Chigi e il vicepremier Matteo Salvini dopo poche ore annunciarono che la Francia aveva dato l’autorizzazione a far sbarcare i migranti nel porto di Tolone ma il ministro dell’Interno di Parigi parlò di “comportamento inaccettabile” e “decisione incomprensibile” di Roma. Meloni definì quella del governo francese una “reazione aggressiva e ingiustificata”. Servì una telefonata tra Meloni

Nel febbraio del 2023, poi, Meloni si infuriò per essere stata esclusa dal vertice all’Eliseo tra Macron, Scholz e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “È stato inopportuno”, attaccò Meloni arrivando al consiglio europeo. Tre mesi dopo, era il maggio 2023, sempre sui migranti Parigi attaccò Roma parlando di politica “disumana” sulla gestione dei flussi migratori. E si arriva al G7 di Borgo Egnazia. Nelle prossime ore dovrebbe essere previsto un bilaterale. Chissà se i due eterni nemici riusciranno a ricucire.

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