Una prima tempesta di sabbia del Sahara si era abbattuta in Italia durante le vacanze pasquali. Poi un altro picco si era verificato lo scorso 20 maggio. Ora Copernicus avverte: è in arrivo una nuova ondata di polvere che raggiungerà questa settimana l’Europa sudorientale e il Mediterraneo orientale con “effetti negativi sulla qualità dell’aria e sulla salute di milioni di cittadini” con un aumento di intensità nei giorni di giovedì 13 e venerdì 14 giugno. A riferirlo è la società italiana di medicina ambientale (Sima) che commenta la notizia diffusa dal servizio meteo dell’Unione Europea.

Gli esperti spiegano che “ciò che arriva dal Sahara non è la sabbia, poiché i granelli per dimensione e peso non possono essere trasportati per lunghe distanze, bensì le polveri più sottili con un diametro medio di 20 micron che ricoprono il deserto nordafricano“, ha detto il presidente della Sima, Alessandro Miani. Queste polveri “possono elevarsi fino a 10 mila metri di altitudine ed essere trasportate per migliaia di chilometri, arrivando in Italia“. Miani stima che “dal Sahara si sollevino ogni anno circa 180 milioni di tonnellate di polveri che vanno ad aggiungersi alle Pm 2.5 e Pm 10 già presenti in atmosfera, con ripercussioni sul fronte della salute pubblica”.

Quanto agli effetti negativi, Miani spiega chi sono i soggetti più a rischio: “I bambini, anziani, cardiopatici e chi soffre di malattie respiratorie, a partire dall’asma“. “Le polveri infatti possono avere anche metalli pesanti al loro interno e unirsi alle sostanze inquinanti già presenti nell’area, e finiscono per essere inalate dall’uomo – continua il presidente della Sima -. Non a caso uno studio pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Occupational and Environmental medicine ha accertato un aumento dei ricoveri ospedalieri per cause respiratorie in presenza di polveri sahariane nell’aria”.

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