Diritti

“In Italia il diritto delle persone straniere alle cure è minacciato dalla burocrazia”. Il report di Emergency sulla sanità

La burocrazia limita l’accesso alle cure sanitarie, soprattutto in Lombardia. È questa l’analisi che emerge dal dati raccolti nel 2023 da Emergency nei suoi ambulatori mobili e fissi in Italia. “Ostacoli burocratici e difficoltà amministrative nell’ottenimento dei requisiti di accesso alle cure, scarso riconoscimento dei diritti della persona, difficoltà a muoversi in un sistema sanitario complesso. Sono queste le barriere che oggi in Italia impediscono il diritto alla salute di cittadini stranieri e italiani”, raccontano gli operatori di Emergency che lavorano negli ambulatori di tutta Italia.

Da Ponticelli a Marghera. Da Castel Volturno a Milano. Più di novemila persone si sono rivolte a questo servizio nel corso del 2023. Pazienti che arrivano dall’Italia (12%), Nigeria (10,2%), Marocco (8,8%), Tunisia (7,9%), Bangladesh (6,7%), Romania (6,4%), Perù (4,9%), Senegal (4,62%), Ghana (3,4%) e Ucraina (3,3%). La maggior parte di loro sono uomini (64%) mentre le donne rappresentano il 36%. In totale sono 42mila le prestazioni gratuite che sono state erogate. Non solo assistenza sanitaria e infermieristica, anzi. Oltre 19mila prestazioni riguardano l’attività di mediazione sanitaria.

Nel 2023 gli ambulatori si sono concentrate sull’aiuto nel superare le difficoltà di accesso al percorso di cura, nella richiesta della tessera sanitaria e nella richiesta del codice STP (Straniero Temporaneamente Presente), cioè lo strumento che consente l’accesso alle strutture sanitarie per i cittadini stranieri “irregolari”. “Deve fare riflettere questo dato – spiega Sauro Forni, coordinatore degli infermieri di Programma Italia – significa che sui territori ci sono ancora molte difficoltà amministrative e burocratiche che rendono difficile accedere direttamente alle strutture sanitarie. La burocrazia spesso rappresenta un ostacolo alla possibilità di curarsi”.

Una difficoltà che in regioni come la Lombardia, secondo gli operatori di Emergency, diventa ancora più grande. Il motivo? “Malgrado quanto previsto dalla normativa nazionale in merito al diritto alle cure urgenti ed essenziali per i cittadini europei ed extra-Ue non regolari – denuncia la coordinatrice dell’ambulatorio di Milano Loredana Carpentieri – la Regione Lombardia non assicura ancora tale diritto ai cittadini europei la cui unica possibilità di cura, all’interno del SSN, è rappresentata dall’accesso in Pronto Soccorso per le cui prestazioni erogate viene spesso richiesto il pagamento”.

Foto di Alessandro Annunziata – Emergency