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Per Prodi il M5S deve finirla di vendere emozioni e seguire Schlein: questi son lupi vestiti da agnelli

Franco Prodi ha pubblicato tesi strampalate sul cambiamento climatico ed è stato sgamato: ha dovuto ritirare un articolo basato sul nulla. La sera di giovedì 13 il fratello più furbo di Franco, Romano, era a PiazzaPulita, su La7. Anche lui, come il fratello, propone una tesi strampalata. Gli chiedono di spiegare il tracollo dei Cinque Stelle. Alza il ditino e, con aria da curato di campagna, con voce da seminario, spiega che i 5S hanno fatto fortuna vendendo emozioni, dicendo che sono tutti cattivi, ma questo non basta più, ci spiega: la gente ha problemi concreti, come la salute, la scuola, la casa. Non parla di ambiente, in altri momenti si è dichiarato a favore di trivellazioni e nucleare. I 5S devono mettersi d’accordo col Pd, che le proposte chiare le ha (c’è Schlein che lo guarda estasiata dall’altra metà dello schermo) e poi evoca un campo largo in cui ci siano anche Renzi e Calenda. Insomma i 5S ci devono stare, col Pd e col gatto e la volpe, ma devono stare agli ordini di chi vede lontano e devono mettere la testa a posto.

Il giorno dopo riguardo l’intervista. per assicurarmi di aver sentito bene. Confermo: dice che il M5S deve smetterla di vendere emozioni e deve parlare di problemi concreti, andando dietro a Schlein.

Queste menzogne spacciate con pacata e melliflua bonomia mi alzano la pressione. Come si fa a ribaltare le cose in modo così spudorato? Ho spiegato molte volte che, per me, i 5S hanno commesso tantissimi errori, non fatemi l’elenco, lo conosco e sono certo che qualcuno ve lo sarete dimenticato (io no) però i 5S hanno gestito benissimo la crisi del Covid, e hanno avuto grandissimo successo nell’ottenere 209 miliardi per il Fondo di Recupero, il Pnrr; hanno introdotto il reddito di cittadinanza e fatto leggi come la Spazzacorrotti e la Salvamare, hanno fatto un sacrosanto 110% che, purtroppo, è stato gestito da Draghi e da Meloni, che poi danno la colpa a Conte della loro inettitudine. Con Toninelli hanno ricostruito il Ponte di Genova.

Toninelli è l’anello di congiunzione tra i 5S e le ere precedenti: quando crollò il Morandi, chiese di rescindere il contratto che affidava ai Benetton la gestione di un asse strategico del paese: le autostrade. Avevano guadagnato miliardi di euro e non avevano fatto manutenzione. Ma Toninelli, per fortuna, è stato fermato, altrimenti sai quanti guai avrebbe causato, lui. Non sapeva, lo scemo, che in caso di rescissione del contratto lo stato avrebbe dovuto pagare salatissime penali, anche a fronte di colpe gravi. Toninelli chiede: ma chi è che ha fatto quel contratto? Sarà stato uno sprovveduto dei 5S? Ma no… è stato Romano Prodi. Da presidente dell’Iri ha rimesso a posto i bilanci privatizzando le aziende costruite con i soldi pubblici e che stavano andando in malora per l’inettitudine dei politici (democristiani) che le controllavano e così Prodi (democristiano anche lui) ebbe un colpo di genio: vendiamole ai privati. Certo, non possiamo chiedere troppo, che le aziende son bollite. Comunque son sempre soldini che entrano in cassa, così risaniamo il bilancio dell’Iri.

Detto fatto. Ovviamente si contano i soldi che sono entrati, e le minori spese delle perdite derivanti da una gestione scellerata di quelle aziende, ma non si contabilizza la perdita dei fondi spesi per costruire quegli asset (svenduti) e il danno ai cittadini in termini di servizi che man mano sono venuti meno. D’Alema, il primo ex comunista ad andare al governo, continuò su quella strada. Ah, dimenticavo Berlusconi, con i suoi capitani coraggiosi, che impediscono che l’Alitalia sia ceduta ai francesi!

L’artefice primo di quella folle politica economica (dico folle perché spero che non sia stata fatta scientemente, prevedendone i risultati) è ancora intervistato in televisione e pontifica, ribaltando completamente la realtà. I 5S chiedono da tempo il salario minimo, e ora Schlein chiede il salario minimo… e pare che sia lei ad aver introdotto la proposta. Il programma del Pd ricalca quello messo a punto dai 5S, con l’eccezione delle guerre: il Pd ama ancora le armi.

Comunque va quasi bene così. Grillo voleva cambiare il Pd e chiese di iscriversi. Fassino lo cacciò dicendogli di fare un partito. Detto fatto. Ora il Pd sta assorbendo le proposte del Movimento fondato da Grillo e, per fortuna, Renzi e Calenda stanno consumandosi elettoralmente. Se il Pd si libera dei democristiani, da Prodi a Letta, passando per Renzi e la sua combriccola, e abbraccia le proposte del M5S, il M5S non ha più ragione di essere e Grillo, sbattuto fuori dalla porta, rientra dalla finestra e realizza il suo progetto: riformare il Pd.

Rimane il piccolo nodo della guerra, ma son dettagli. Speriamo che chi porta avanti le proposte dei 5S nel nuovo Pd non si faccia fregare dai furbacchioni ipocriti alla Prodi e Draghi. Chiedere il ministero della transizione ecologica a Draghi, definito grillino da Grillo, e poi accettare che il ministro sia Cingolani significa essere degli sprovveduti. E Conte, altro sprovveduto, fece il governo con Draghi. Con gente così non basta l’intelligenza, ci vuole anche un po’ di furbizia. Gli imbroglioni approfittano della buona fede degli onesti che pensano che tutti siano onesti. Non lo sono. Come diceva Pertini: a brigante… brigante e mezzo.

I motivi per mandarli affanculo ci sono tutti, bisogna spiegarli meglio e smascherarli ogni volta. Però con pacatezza, col ditino alzato e voce melliflua, “da moderati”.

Questi sono molto più pericolosi dei fascisti tornati da Marte. Sono lupi travestiti da agnelli. Pronti a fare le vittime, ma col pugnale intinto nel veleno, dietro la schiena.