di Leonardo Botta

Ho visto cose che voi umani…

Ho visto Claudio Durigon, esponente della Lega e sottosegretario del Governo Draghi, presentarsi a un comizio a Latina, all’accondiscendente presenza del suo leader Matteo Salvini, e annunciare ai suoi sostenitori che il parco comunale di Latina “Falcone-Borsellino” sarebbe dovuto tornare a essere intitolato ad Arnaldo Mussolini (fratello del Duce, ragioniere del regime, implicato nei loschi affari del fascismo con la multinazionale Oil Sinclair). E per questo essere immediatamente dimissionato dal presidente Draghi, per poi essere reintegrato a pieno titolo nel successivo governo a guida Meloni (e meno male che Giorgia si vanta di aver cominciato a fare politica sull’onda della commozione per l’assassinio di Paolo Borsellino!).

Ho visto il presidente del Senato Ignazio La Russa, quello che conservava gelosamente il busto del duce tramandatogli dal padre (e che ama definirsi anti-antifascista), un bel giorno riscrivere completamente la storia dell’attentato partigiano di Via Rasella, degradando i poliziotti nazisti uccisi dalla resistenza a “musicanti altoatesini semi pensionati”.

Ho visto la presidente del Consiglio Meloni commemorare l’eccidio delle Fosse Ardeatine ricordando le 335 vittime della rappresaglia nazista come “innocenti massacrati solo perché italiani”. “Dimenticando”, nell’ordine: a) che in realtà tra quei poveri martiri c’erano anche una decina di stranieri; b) la caratteristica delle vittime delle Ardeatine non era la cittadinanza italiana, ma piuttosto l’antifascismo; c) erano italiani anche alcuni fiancheggiatori dei nazisti nei rastrellamenti di quei giorni, come il questore di Roma Caruso, funzionario della Repubblica fascista di Salò, e il ministro dell’interno repubblichino Buffarini Guidi.

Ho visto il manager di una società pubblica, appena nominato da Meloni, inviare una mail ai membri del consiglio d’amministrazione parafrasando il discorso di Mussolini con cui rivendicava la sua responsabilità nell’omicidio di Giacomo Matteotti.

Ho visto il viceministro Galeazzo Bignami, criticato per una sua vecchia foto in cui era vestito da gerarca nazista con tanto di svastica al braccio, essere “brillantemente” difeso da Giovanni Donzelli, rappresentante dei deputati di Fratelli d’Italia: “Anch’io, da giovane, a carnevale mi travestivo da Minni!”.

Ho visto esponenti politici di Fratelli d’Italia essere pizzicati da telecamere nascoste mentre in pubbliche adunate mostravano il saluto romano dandosi fieramente del fascista, e per questo fare carriera: Chiara Valcepina finire in Consiglio regionale lombardo; Carlo Fidanza essere rieletto al Parlamento Europeo, nonostante avesse anche, da pochi mesi, patteggiato una pena per corruzione per l’esercizio della funzione!

Ho visto sempre più esponenti dei partiti di destra inneggiare alla “X Mas”, altrimenti detta “Decima”: prima il generale leghista Vannacci, poi diversi parlamentari nell’aula di Montecitorio. Tutti talmente smemorati da non ricordare di quali fetenzie si fosse macchiato questo corpo militare al fianco dei nazisti, agli ordini prima di Mussolini e poi del comandante Borghese.

Ho visto Giorgia Meloni (correva l’anno 2018, non aveva ancora messo la lingua nel pulito) rispondere con una pernacchia a chi l’accusava di aver definito Italo Balbo, a cui tante strade sono state dedicate nel nostro paese, un “grande patriota italiano”.

Ho visto le Poste Italiane commemorare con un francobollo Italo Foschi, primo presidente dell’Associazione Sportiva Roma per volere di Mussolini, che però, incidentalmente, era anche uno squadrista fascista molto vicino al Duce e grande amico di Dumini, con il quale volle complimentarsi personalmente, definendolo un eroe per l’assassinio di Matteotti.

Ho visto (la notizia è fresca come l’uovo di giornata) deputati di Lega e Fratelli d’Italia in un’aula parlamentare partire in massa compatti e allineati, a suon di spintoni, calci e cazzotti, all’attacco di un collega del M5S colpevole solo di voler porgere una bandiera italiana per protesta al relatore della legge sull’autonomia differenziata, il ministro Calderoli. E pretendere di derubricare l’episodio come “dei disordini alla Camera”, piuttosto che ciò che è: un atto di squadrismo parlamentare in piena regola.

Ho visto il vicepresidente della Lega, Andrea Crippa, affermare convintamente che cantare “Bella ciao” in Parlamento è peggio che mostrare il simbolo della X Mas, perché (udite udite!) “Bella ciao è una canzone comunista e il comunismo ha fatto milioni di morti”! E mi sono chiesto: ma questo la laurea in Scienze politiche l’ha comprata a MediaShopping?

Ho visto il ministro Sangiuliano “catechizzare” saccentemente i giornalisti sulle dittature nel nostro paese: “Non mi venite a dire che in Italia non c’è stata una dittatura comunista”. E lì ho pensato che tra i banchi del governo deve girare “roba” veramente buona!

Ho visto giornalisti di Fanpage infiltrati nella Gioventù nazionale, la sezione giovanile di Fratelli d’Italia, e filmare ragazzi mentre mostravano saluti fascisti a tutto spiano, gridavano “Sieg Heil” e cantavano come degli esaltati inni al Duce. E mi è venuto in mente che il tempo della gioventù Balilla, in fondo, non è poi così lontano da noi.

E alla fine un solo, “profondo” pensiero mi è passato per la testa, hai voglia di aggiungere rum: il post-fascista non diventerà mai democratico!

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