Come sempre dopo gli elettori votano anche i mercati. L’esito del voto europeo in Francia, dove il presidente Emmanuel Macron, sconfitto dalla destra di Marine Le Pen, ha convocato elezioni anticipate a fine giugno, ha innescato una fuga dai titoli di Stato di Parigi che ha visto un’accelerazione venerdì, dopo gli ultimi giorni di caos nel campo dei Repubblicani. Lo spread tra Oat francesi e Bund tedeschi ha toccato venerdì un picco di 77 punti base contro i 47 di venerdì scorso: un balzo del 60% che porta il differenziale a un livello non toccato dalla primavera 2017, prima delle presidenziali. La situazione dei conti pubblici francesi del resto è già complessa, con un deficit/pil previsto per quest’anno al 4,3% e un saldo primario – la differenza tra entrate e spese dello Stato prima che vengano pagati gli interessi sul debito – negativo. Una vittoria del Rassemblement National alle elezioni di giugno implicherebbe, secondo gli analisi, deficit ancora più ampi.

L’effetto domino si è fatto sentire sui titoli di Stato decennali dell’Italia, il grande Paese che ha il debito/pil più alto dell’Unione europea dopo la Grecia ed è quindi molto esposto alla speculazione. Il differenziale Btp-Bund venerdì ha chiuso a 156 punti base. Il rendimento dei Btp è rimasto però sotto il 4%, livello superato nei giorni scorsi: l’allargamento è stato determinato dal calo dei Bund tedeschi. La tensione ha coinvolto anche i mercati azionari europei, tutti in negativo. L’indice Cac40 di Parigi ha ceduto il 2,66% e archiviato la peggiore settimana degli ultimi due anni, a Francoforte il Dax ha lasciato sul terreno l’1,43. In rosso anche Madrid, a -0,70%. A Milano Piazza Affari ha via via ampliato i ribassi arrivando a perdere più del 3% e chiudendo a -2,8%. Come sempre le vendite hanno colpito pesantemente i i titoli bancari a partire da Bper e Unicredit. Male anche Leonardo che ha ceduto oltre il 5%.

“I mercati europei stanno affrontano un periodo di significativa incertezza politica ed economica, riflesso dall’aumento marcato degli spread obbligazionari, in particolare tra gli Oat francesi e i Bund tedeschi, che hanno visto un incremento del 13% in una sola giornata e del 47% nelle ultime quattro sedute, ovvero scambiando attualmente al livello più alto dal 2017″, commenta Gabriel Debach, market analyst di eToro. “Il Ftse Mib, indice principale della Borsa di Milano, ha subito un marcato calo ieri, perdendo il 2,18% e chiudendo a 33.609 punti, toccando il minimo degli ultimi due mesi. La flessionesi è verificata in un contesto di generale debolezza nei mercati europei, con i settori bancario e automobilistico particolarmente penalizzati. Nonostante questo, è importante sottolineare che il settore bancario italiano ha mostrato una notevole resilienza a lungo termine”. Tirando le somme, “i venti contrari sono presenti e correzioni giustificate, tuttavia con una Bce pronta a posizionare nuovamente il piede sul pedale del freno su nuovi tagli dei tassi nell’anno, in linea con le aspettative della stessa Fed, il settore potrebbe trovare ancora benzina per correre”. Leggi: altri “extra profitti” causati dal differenziale tra i tassi di interesse imposti ai clienti che chiedono prestiti e la remunerazione pagata ai correntisti.

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