Campione in carica, nettamente sfavorita, osservata speciale. Arriva così l’Italia di Spalletti agli Europei 2024: con la Coppa vinta nel 2021 tra le braccia e con l’onere di difenderla, nella consapevolezza che sarà durissima confermarsi. Forse impossibile. Certo, questa Nazionale non è la Grecia del 2008, probabilmente la squadra campione in carica più sfavorita di sempre (e non solo agli Europei) e che in effetti lasciò la competizione con tre sconfitte, un solo gol fatto e cinque subiti, ma neppure si può dire sia tra le prime favorite. Non lo era neppure nel 2021 ovviamente, con Inghilterra, Germania, Francia e Spagna superiori sulla carta, come lo sono anche oggi e va bene così.

La guida – Euro 2024, girone per girone: favorite, outsider e programma completo

Osservata speciale però, l’Italia di Spalletti lo è. E forse meno sfavorita rispetto alla nazionale poi vittoriosa guidata da Roberto Mancini con accanto il fido Gianluca Vialli. Quella che portava Chiellini, Bonucci, Insigne, Immobile, Florenzi, Sirigu, Verratti alla fine di un ciclo. Un ciclo non certo positivo e passato per la brutta figura al Mondiale 2014 e la mancata qualificazione a quello del 2018 con in mezzo l’Europeo del 2016 con Conte, con la sensazione in quella occasione di una nazionale con diversi limiti che era arrivata al massimo delle sue possibilità portando la Germania ai calci di rigore ai quarti di finale. Poi è arrivato Mancini a inaugurare una nuova era, quella in cui si prende atto che l’Italia non è più una potenza del pallone e non può permettersi di aspettare nessuno: dentro i giovani, dentro chi gioca all’estero, se disponibile a combattere per la causa, fuori chi si sente (senza alcuna base) star o imprescindibile. E dunque dentro Bastoni, Locatelli, Castrovilli, Barella, Pessina, Raspadori, Chiesa supportati dai veterani Bonucci e Chiellini su tutti: è andata bene, e oggi dopo tre anni non conta più il come.

Oggi però Bastoni, Barella, Raspadori, Chiesa non sono più giovanotti di belle speranze e per quanto non siano fuoriclasse hanno, oltre al trionfo europeo di tre anni fa, scudetti, coppe e finali di Champions sulle spalle. Cosa vuol dire? Che è una nazionale, quella di Spalletti, che non può essere certo sottoposta allo stress test dell’etichetta di favorita per la vittoria finale, ma neppure da deresponsabilizzare totalmente con il “come va va”. Perché è chiaro, l’Italia non ha talenti alla Florian Wirtz o alla Jamal Musiala, né fenomeni come Lamine Yamal, Jude Bellingham o Kylian Mbappè, ma gli ex giovanotti di sopra, da Chiesa a Bastoni a Barella hanno acquisito maturità ed esperienza internazionale.

La guida di Spalletti poi, un tecnico scelto proprio per la sua capacità di plasmare collettivi non solo affiatati (come con Mancini) ma anche armonici dal punto di vista degli automatismi di campo, rende abbastanza chiara quale sarà la caratteristica dell’Italia che scenderà in campo in Germania. Certo la fortuna non ha assistito granché il tecnico toscano, con i default di Acerbi e Scalvini per infortunio, e le condizioni non perfette di Barella e diversi altri giocatori azzurri. Le amichevoli di preparazione non hanno mostrato un’Italia spumeggiante, tuttavia, sebbene fosse lecito aspettarsi gare in sordina dopo i carichi del ritiro, anche per smaltire stagioni ormai da 50-60 partite.

Spunti interessanti sì, tuttavia, che solleticano la curiosità: la curiosità di vedere se Scamacca, meraviglioso in Europa con l’Atalanta ma meno costante in campionato, possa finalmente riempire la vacatio del centravanti che da anni affligge l’azzurro. La curiosità delle qualità dei centrali di nuova generazione, non solo Bastoni che è una certezza, ma soprattutto Calafiori e Buongiorno. La curiosità per schemi e moduli di Spalletti che per provare a dare qualità al centrocampo ha aspettato Fagioli dopo una squalifica, scelta consapevolmente molto rischiosa, così come quella tra difesa a tre o a quattro.

Insomma, difendere la Coppa è un obbligo, ma Euro 2024 più che la rincorsa di un trofeo (che se arriva per carità, buttalo via), pare un banco di prova per ciò che verrà, per partecipare degnamente a un mondiale dove manchiamo, ad oggi, da dieci anni. Se chi c’è oggi potrà esserci tra due anni o se bisognerà guardare ad altri giovanotti, che scalpitano nelle giovanili azzurre.

La guida a Euro 2024
Il calendario completo: dove vedere le partite in tv e in streaming
Gironi, classifica e regolamento: chi passa agli ottavi di finale
Gruppo A – La Germania che vuole tornare grande e l’Ungheria di Marco Rossi
Gruppo B – Italia nel girone più duro. La solita Spagna, la Croazia all’ultima chance
Gruppo C – L’Inghilterra “per portarla a casa” e la Danimarca per ritrovarsi
Gruppo D – La Francia dei fenomeni e l’Olanda della nuova generazione
Gruppo E – Il Belgio della transizione e la Slovacchia di Calzona
GRUPPO F – L’eterno Ronaldo contro le giovani stelle di Turchia e Georgia

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