Serviva vincere e l’Italia ha vinto 2-1 all’esordio di Euro 2024 contro l’Albania con Bastoni e Barella che ribalta una gara che si era messa malissimo, trasformando la Nazionale in “Inter-Nazionale”. Una sfida all’insegna di tante incognite e qualche certezza. La certezza è la difesa a quattro: Spalletti la preferisce, anche in virtù di esperimenti a tre nella fase di preparazione che evidentemente non sono piaciuti al ct azzurro. Due centrali mancini in mezzo dunque: Bastoni, scelta abbastanza scontata, e Calafiori, opzione meno scontata ma giusta per quello che si è visto in campo.
C’è molto di positivo al netto dell’avvio choc: l’Italia ha personalità. Non era facile infatti ribaltare in venti minuti una partita iniziata malissimo, senza innervosirsi, senza correre il rischio sorrentiniano di disunirsi e la tentazione assai italiana al braccino corto all’esordio “che tanto in fin dei conti ne abbiamo altre due”.
No, con l’Albania anche per la conformazione del girone era già fondamentale e come gara fondamentale andava affrontata. L’Italia gioca bene e con buona intensità, in particolare nel primo tempo: sembrano in via di smaltimento i carichi pesanti che ingessavano la manovra nelle ultime amichevoli e per contro trame e movimenti sono molto gradevoli, così come la riaggressione sul possesso avversario.
Molto bene Calafiori, in particolare in fase propositiva: fondamentale nel gioco di oggi, ma da rivedere anche in marcatura su avversari più impegnativi di Broja, senza bisticciare che è sempre esercizio molto pericoloso e senza distrazioni come quella su Manaj che alla fine della partita poteva essere fatale. E a proposito di marcatura: aveva contro uno dei migliori marcatori del campionato italiano, il suo compagno di squadra Djimsiti, l’altro osservato speciale del match, Gianluca Scamacca.
Si è mosso bene, ha sfiorato il gol e fatto buone sponde per i compagni, ma se potrà finalmente colmare il gap del “nove” che da tempo affligge l’Italia è una voce da tenere ancora in sospeso. Mentre alla voce “cose negative” va ascritta innanzitutto la tremarella iniziale, quella che porta Dimarco a regalare un gol agli avversari con una rimessa laterale insensata dopo venti secondi, e anche Pellegrini a ciccare un pallone che avrebbe fruttato il pareggio solo pochi istanti dopo.
E a proposito di palloni ciccati e gol sbagliati: da rivedere anche la tendenza a non chiudere le partite. L’Albania concede molte occasioni agli azzurri che non le sfruttano tra Pellegrini due volte, Frattesi, Scamacca e lasciano la partita in bilico. Un lusso che ovviamente non ci si potrà più concedere nel corso dell’Europeo anche viste le avversarie che arriveranno.
Trascinare il risultato pericolosamente col minimo vantaggio fino alla fine contro un avversario inferiore ma insidioso non va bene: è vero che Donnarumma rimane praticamente inoperoso fino al minuto 89, com’è vero però che al novantesimo fa un miracolo su Manaj evitando un pareggio che l’Albania non avrebbe meritato e che sarebbe stato una beffa troppo crudele per una Nazionale diversa dal passato, meno cinica e più generosa.
Fa ben sperare, però, che la rimonta sia confezionata da Bastoni e soprattutto da Barella: erano ragazzini nella spedizione vittoriosa del 2021, sono grandi oggi e sono quelli che devono prendersi la responsabilità di questa Nazionale, in questo Europeo e in quello che verrà, assieme a Chiesa, a Donnarumma, a Pellegrini e agli altri ex imberbi che oggi devono dire chi vorranno essere, in questo Europeo e anche dopo.
Hanno già avuto modo di avere un assaggio di cosa sono Germania o Spagna, tra domenica e lunedì vedranno anche le altre due favorite, Inghilterra e Francia: per affrontarle alla pari servirà qualcosa in più, servirà uscire dalle comfort zone dei rispettivi club e annessi meccanismi di gioco, diventare più cattivi e prendersi meno pause e distrazioni. Servirà, insomma, diventare grandi.