“Ospedali in macerie e persone in fuga”: il racconto del medico di MSF a Gaza. La Fondazione del Fatto sostiene Medici senza frontiere
È davvero difficile descrivere com’è la situazione a Gaza dopo sette mesi di guerra. Curare e testimoniare sono due azioni imprescindibili. Il sostegno di tanti donatori ha permesso alle équipe mediche di Medici Senza Frontiere di operare nel paese anche in condizioni particolarmente gravi. Ecco quindi la testimonianza di Roberto Scaini, responsabile medico progetti MSF a Gaza, rientrato da pochi giorni in Italia: “La quotidianità a Gaza è sopravvivere e sappiamo anche che i bisogni della popolazione rimarranno ben oltre l’auspicato termine di questo tremendo conflitto. Per questo Msf si impegna a rimanere oggi e domani a Gaza“.
Medici Senza Frontiere era infatti già strutturata nella Striscia nella precedente dimensione di conflitto a bassa intensità, per fornire prestazioni indispensabili a una popolazione privata della libertà di movimento. Quando Israele ha scatenato l’inferno a Gaza, anche Msf ne è divenuta bersaglio e ha contato i suoi morti. Ridotte in macerie le sue precedenti strutture sanitarie, ha allestito presidi d’emergenza negli attendamenti dei fuggiaschi. I rifornimenti di apparecchiature e farmaci acquistati con sottoscrizioni come quella che oggi vi riproponiamo, sono giunti con fatica, a intermittenza. Ma restano essenziali. Continuano a sembrarci uno dei modi più efficaci di manifestare la nostra solidarietà ai palestinesi di Gaza.
85mila feriti, 1,7 milioni di sfollati, due scuole su tre bombardate, un bambino su tre gravemente malnutrito, 12 ospedali evacuati dal primo attacco. Abbiamo avviato la nostra seconda raccolta fondi per dare una mano agli operatori sanitari che stanno tentando disperatamente di salvare queste vite umane. A Gaza manca tutto: cure mediche, cibo, acqua, supporto psicologico alle vittime dei bombardamenti.
Contiamo, come sempre, sulla sensibilità e fiducia dei nostri lettori e sulla consapevolezza che Medici Senza Frontiere è una realtà che farà di tutto per dare tutto il supporto necessario alle persone colpite dalla guerra.