“Tutto il mio sforzo volto a trovare tematiche su cui si possono creare convergenze con le altre forze. Sono assolutamente pronta”. La segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, si dice pronta a scrivere un programma con le altre forze di opposizione a partire dalla “conversione ecologica” e dai “diritti: “Noi sentiamo questa responsabilità. Mi auguro che i risultati” delle elezioni europee “facciano sentire la stessa responsabilità alle altre forze di opposizione. Per noi l’avversario è la destra“, sottolinea Schlein intervistata alla Repubblica delle Idee. “Vogliamo inchiodare il governo Meloni alla questione salariale, che sta ignorando”, ha aggiunto.

Elly Schlein parla da prima forza dell’opposizione italiana, forte del 24,08% di preferenze ottenute, a poco meno di 5 punti percentuali dal partito di Giorgia Meloni. Ma parla anche da segretaria del partito che risulta essere il primo del gruppo dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici: con i 21 europarlamentari eletti, uno in più della Spagna, quella del Pd diventa la delegazione più numerosa all’interno della seconda forza dell’emiciclo di Bruxelles.

Così non solo ricorda al Partito popolare europeo la necessità di evitare alleanze con il partiti di destra (“Al Ppe voglio dire che accordarsi con la destra nazionalista vorrebbe dire negare la loro storia. Significherebbe negare il processo di integrazione europea”) ma propone l’ampliamento della “maggioranza Ursula” eventualmente solo ai Verdi Europei. “I popolari hanno vinto le elezioni europee, non c’è dubbio”, ricorda Schlein ribadendo “la famiglia europea che prende un voto in più ha il diritto di esprimere il candidato“. Per questo “salvo sorprese, la candidata del Ppe per la Commissione europea è Ursula von der Leyen“. Ma “sul perimetro di quell’alleanza” la segretaria del Pd assicura una “trattativa serratissima“. “Noi socialisti non saremo mai parte di un’alleanza con Id e i Conservatori, per noi è una linea rossa”, ribadisce Schlein. Per questo, “se si dovesse allargare la maggioranza”, l’unica possibilità sarebbe quella di “allargarla verso i Verdi europei“.

Venerdì la segretaria ha riunito i neo eletti del Pd in Europa, al terzo piano del Nazareno. C’erano Stefano Bonaccini e il “recordman di preferenze” Antonio Decaro. E poi Dario Nardella e Matteo Ricci, Giorgio Gori, Nicola Zingaretti, Cecilia Strada, Lucia Annunziata e Marco Tarquinio. Si rivedranno tutti martedì a Strasburgo per una prima riunione. Si festeggia il 24%. “Risultato straordinario”, dice Schlein tra gli applausi. “Abbiamo ridotto la distanza da Fdi. Stiamo arrivando“, incalza la segretaria ripetendo quello che è ormai diventato lo slogan Pd del dopo europee. Un risultato, osserva davanti agli eletti, che “ci consegna anche un ruolo determinante sui prossimi equilibri europei. I numeri e la composizione della nostra delegazione ci chiamano alla responsabilità, ma ci danno anche forza”. “Per questo – annuncia – gestirò personalmente il negoziato, essendo molto chiara sulle condizioni che la nostra delegazione porrà per la composizione dei prossimi organismi europei”.

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