A 66 anni, l’attore svedese naturalizzato statunitense che ha interpretato il ruolo di Ivan Drago in "Rocky IV", si racconta al Corriere della Sera
Io non mi spiezzo mai in due. Dolph Lundgren l’indistruttibile. A 66 anni, l’attore svedese naturalizzato statunitense che ha interpretato il ruolo di Ivan Drago in Rocky IV nel 1985, è rimasto celebre per quella frase che in inglese risulta “I’ll split you in two”, ma in italiano è diventata “Io ti spiezzo in due” onorando le macchiette dei russi che parlano italiano. “Sono onorato che tante persone ancora ricordino quella frase che pronunciai trentanove anni fa. Ci sono altri film depositati nell’immaginario collettivo grazie a una frase. I primi che mi vengono in mente sono: I’ll be back, (Sono tornato) che dice Schwarzenegger in Terminator; Go ahead, make my day (Vai avanti, fammi felice) di Clint Eastwood nel film con Callaghan Coraggio…fatti ammazzare”, ha spiegato Lundgren al Corriere in un’intervista.
L’occasione è la presenza dell’attore al Filming Italy Sardegna Festival, la rassegna ideata e diretta da Tiziana Rocca – moglie del neodirettore del TFF, Giulio Base, in programma dal 20 al 23 a Cagliari. L’Ivan Drago di Rocky IV presenterà il suo nuovo film, il thriller The Wanted Man. Intanto mano ai ricordi. L’incontro con Stallone (“portava i capelli lunghi ed era molto abbronzato”) per il provino di Rocky: “Io ero un nervoso ragazzo di 26 anni. Ero un campione di karate, lui mi disse che dovevo mettere su qualche muscolo. Ora siamo grandi amici, parliamo delle nostre figlie e delle ferite che abbiamo patito per 40 anni nei film d’azione. Penso di avergli causato un colpo al cuore durante un combattimento che lo costrinse a essere ricoverato in ospedale per una settimana”.
Il cancro: “L’ho combattuto per sette anni. Mi ha insegnato delle cose, soprattutto a ripensare e amare l’incredibile vita che avevo avuto fino allora, e ad amare di più il prossimo. Mi ha insegnato a essere riconoscente al talento dei medici, al mio fisico potente grazie al quale per certi versi ho potuto curarmi da solo e all’universo che mi ha portato energie positive”. Gli abusi fisici subiti dal padre: “Feci l’attore per vendetta verso mio padre, che fisicamente, da quando avevo 4 anni fino ai 13, ha commesso degli abusi su di me, ma li ha commessi anche su mia madre. Così nella tarda adolescenza ho deciso di diventare un fighter, un lottatore e ho avuto buoni riscontri nel karate. Mi volevo sentire forte in modo tale da potermi proteggermi”.