Diritti

“I nostri figli attivisti di Ultima generazione aggrediti per i loro ideali. Mattarella, ci aiuti” – La lettera

Proprio negli stessi giorni in cui veniva pubblicata la lettera firmata da 200 genitori di ragazze e ragazzi liceali destinata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, un altro insieme di genitori, questa volta famigliari degli attivisti di Ultima Generazione, decidevano anch’essi di esprimere le proprie preoccupazioni e paure al capo dello Stato. La coincidenza non potrebbe essere più allarmante e indicativa della ricezione e del conseguente trattamento riservato al dissenso politico attualmente: nello stesso momento, senza programmarlo, due gruppi di genitori decidono di esprimere il loro sconforto e la loro angoscia verso i vissuti di coloro che scelgono di farsi portavoce e agenti attivi di trasformazione sociale, di denuncia politica, di resistenza civile: i loro figli. E non è un caso (ma bensì un copione largamente ripetuto perché strutturale), che in entrambe le lettere si faccia riferimento ad una risposta politica e mediatica composta di violenza, repressione, abusi e derisione.

Di seguito il testo della lettera al Capo dello Stato.

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Gentilissimo Presidente Mattarella,
siamo le “Persone Care” ai giovani di Ultima Generazione, un gruppo di famigliari che si confronta e si sostiene nei momenti di sconforto e persino di paura, scambiando opinioni e pensieri in merito al coinvolgimento dei nostri figli e figlie in azioni di attivismo con le quali danno voce ad un disagio sempre più grande: quello di trovarsi un futuro incerto e angosciante in cui la crisi climatica produrrà effetti dolorosi e devastanti.

Come genitori abbiamo insegnato il rispetto delle regole, educato ad una sana convivenza, fatta di aiuto reciproco, collaborazione, confronto e senso critico, auspicando per loro il futuro migliore possibile, sereno e soddisfacente. Le nostre intenzioni erano ben lontane dal ritrovarci figli che compiono azioni di forte impatto emotivo, tali da incorrere in condanne penali e indurre alcuni cittadini a sentirsi in diritto di deriderli e o addirittura aggredirli.

Le scriviamo sperando di avere da Lei risposte che non troviamo quando ci interroghiamo sul perché di tutto questo, e su come indicare loro altre strade, attraverso le quali comunicare la loro profonda angoscia e il bisogno di un necessario e impellente cambiamento. Tutte le riflessioni e argomentazioni su cui ci siamo confrontati, ci hanno portato inesorabilmente ad una domanda che non trova risposta: come dar loro torto?

Come possiamo dar loro torto se non vogliono desistere dall’impegno politico e civile, considerando che è il loro futuro ad essere compromesso e, a loro avviso, in maniera irreversibile?
Come dar loro torto se vogliono prendere in mano la loro vita e combattere per i loro ideali, anteponendoli a progetti individuali e convenienze personali?
Come dar loro torto se vogliono spendere il loro tempo al servizio di tanti, che immaginano altrettanto impauriti?
Come dar loro torto se, nonostante anni di manifestazioni autorizzate, scioperi della fame, lettere e interpellanze, non hanno avuto attenzione dalla classe politica?
Come dar loro torto se vogliono dar voce a ciò che li inquieta di più, ovvero il prossimo futuro?

Non intendiamo addentrarci nel contenzioso sui cambiamenti climatici e quanto questi siano conseguenza delle attività umane, ma non vogliamo unirci a quanti, con ottusa insistenza, continuano a guardare il dito invece della luna! Dalla nostra posizione, drammaticamente privilegiata, di “Persone Care” accanto a Ultima Generazione, stiamo assistendo a situazioni che sfuggono ai più, situazioni che non vorremmo che accadessero a nessuno e che ci mettono davanti al fatto che è arrivato il momento di esprimere legittimi dubbi di cittadini che vivono in una democrazia.

Le chiediamo gentilmente e con il profondo rispetto che merita la Sua prestigiosa carica, se sia normale che un rappresentante delle istituzioni si costituisca parte civile contro giovani che, in maniera pacifica, espongono il loro dissenso e preoccupazione. Ritiene corretto che rappresentanti istituzionali dileggino liberi cittadini che esprimono un disaccordo, con epiteti come “terroristi”, “eco-vandali”, “ragazzotti ignoranti” e così via, rasentando l’istigazione all’odio contro chi denuncia, invece di impegnarsi ad individuare le responsabilità per i disastri ambientali che devastano il territorio?

La nostra Costituzione prevede che ogni cittadino abbia diritto di espressione, sia in forma individuale che collettiva. Ogni protesta crea un disagio, purtroppo, e allora ci chiediamo: l’obiettivo dei decreti ad hoc è di contrastare certe forme di protesta o reprimere le opinioni che queste esprimono?

I ragazzi di Ultima Generazione hanno scelto modalità di lotta nonviolenta, non oppongono alcuna resistenza alle forze dell’ordine, ma queste manifestazioni si stanno trasformando, a nostro avviso, in un braccio di ferro con il potere, che si sente legittimato ad agire anche con violenza. Ci inquieta sapere che alcuni attivisti sono stati, nelle settimane scorse, picchiati, afferrati per i capelli e trascinati sull’asfalto, presi a calci, senza che tutto questo abbia avuto alcuna conseguenza per gli autori delle violenze fisiche.

In tutto questo una sola cosa è certa: la solida volontà di pacifica e nonviolenta protesta di Ultima Generazione. La rabbia e la frustrazione con cui le persone reagiscono alle azioni degli attivisti ci appaiono manipolate e aizzate dall’insensata campagna d’odio di tutti contro tutti, temiamo che ciò possa portare ad azioni di gratuita e incontrollata violenza contro i nostri giovani.

Vorremmo concludere dicendo che il desiderio di politica, di partecipazione da parte di ampie fasce del mondo giovanile, a cui Ultima Generazione appartiene, dovrebbe alimentare la speranza per una società più giusta ed equa, capace di superare i confini nazionali, capace di pretendere risposte e azioni concrete da questo nostro Stato in cui Lei ricopre la carica più alta.

Con ossequi