Ci sono momenti che arrivano senza preavviso, che riaccendono i riflettori su parabole che sembravano discendenti, irrecuperabili. Sono attimi che possono verificarsi nelle occasioni meno importanti, ma che regalano comunque immensi scatti d’entusiasmo. Uno di questi ha preso forma al minuto 63 di Slovenia-Armenia, giocata il 4 giugno scorso. La squadra del ct Matjaz Kek è alla sua penultima amichevole prima dell’inizio di Euro 2024 e ha subito il pareggio armeno da meno di dieci minuti. È un match che non vale molto, come tutte le amichevoli, eppure un risultato positivo aiuterebbe ad aumentare la fiducia in un gruppo che è stato capace di compiere una piccola impresa: riportare il paese balcanico nella fase finale di un Europeo, 24 anni dopo l’ultima e unica volta.
Da circa quattro minuti il 22enne Zan Vipotnik non è più sul rettangolo di gioco. Il giocatore che l’ha sostituito non è uno qualsiasi in quella parte d’Europa. Il suo ingresso in campo è stato infatti accolto da un’ovazione da parte del pubblico di Lubiana, con tanto di striscione: “Grande Jojo. Dobrodosel nazaj”. “Bentornato”, in italiano. Si, perché il 36enne Josip Ilicic non indossava la maglia della sua nazionale da quasi tre anni e a sorpresa è stato inserito poche settimane prima tra i 30 pre-convocati per l’Europeo. Quattro minuti equivalgono a 240 secondi. Tanto è bastato a Ilicic per involarsi sulla destra, dribblare il suo avversario rientrando sul sinistro, lasciar partire un tiro che si è infilato sotto l’incrocio dei pali. Un fascio luminoso che sa di vecchi tempi. La Slovenia vince, e con lei anche l’ex atalantino. Quella rete infatti cancella ogni dubbio residuo nella testa del ct Kek. Ilicic va in Germania a giocare un torneo che fino a qualche anno fa per lui sembrava un miraggio.
La guida a Euro 2024, girone per girone – Favorite, outsider e programma
La luce di Ilicic è tornata così a splendere a livello internazionale quattro anni dopo essere entrato nel tunnel più buio: quello della depressione. Un malessere arrivato quando lo sloveno era all’Atalanta, all’apice della carriera, nella primavera del 2020. Dopo reti incredibili e giocate a ripetizione, tra le quali il gol da centrocampo contro il Torino e lo storico poker al Mestalla di Valencia negli ottavi di finale di Champions League. Siamo all’alba delle chiusure per la pandemia di Covid-19. L’evento che rappresenta uno spartiacque nella carriera dello sloveno.
Quando il calcio riparte nell’estate seguente, Ilicic gioca poco, e quando lo fa, i livelli non si avvicinano minimamente a quelli visti in precedenza. Il coronavirus ha scoperchiato il suo passato complicato: l’infanzia ansiosa, l’ipocondria che l’ha accompagnato a lungo, la guerra in Bosnia, la fuga con la madre in Slovenia. Da luglio a ottobre 2020 il calcio rimane un mondo lontano ed estraneo, e quando decide di tornare non è più lui. Il giocatore che aveva stupito l’Italia e l’Europa solo pochi mesi prima, ha lasciato il posto a una versione appesantita, arrugginita, scollegata.
E il tempo non sembra in grado di guarire le crepe che si sono formate nella sua testa. Almeno, non in Italia. A Bergamo non può più stare. Dopo essere stato fermo anche dal dicembre 2021 al maggio 2022, riesce a salutare il pubblico che l’ha tanto adorato per un’ultima volta, durante l’ultima giornata di campionato. È fuori forma, praticamente un ex giocatore. La risoluzione del contratto con l’Atalanta assomiglia tanto a un addio al calcio, e invece diventa l’occasione per voltare pagina.
Ilicic ricomincia da casa, in Slovenia, e torna a indossare la maglia del Maribor, la squadra che aveva lasciato dodici anni prima per venire in Italia. Lentamente torna la serenità, e con quella le partite e le reti. La forma viene ritrovata, così come la voglia di entusiasmare il pubblico. Una rinascita certificata da 9 reti in questa ultima stagione. Quelle che hanno consegnato a Ilicic l’opportunità, a 36 anni, di presentarsi davanti alla porta del portiere armeno Cancarevic, calciare con il sinistro, fare gol, agguantare Euro 2024. L’ultimo inaspettato treno per tornare protagonista.
Gironi, classifica e regolamento: chi passa agli ottavi di finale
Gruppo A – La Germania che vuole tornare grande e l’Ungheria di Marco Rossi
Gruppo B – Italia nel girone più duro. La solita Spagna, la Croazia all’ultima chance
Gruppo C – L’Inghilterra “per portarla a casa” e la Danimarca per ritrovarsi
Gruppo D – La Francia dei fenomeni e l’Olanda della nuova generazione
Gruppo E – Il Belgio della transizione e la Slovacchia di Calzona
GRUPPO F – L’eterno Ronaldo contro le giovani stelle di Turchia e Georgia