di Alessio Andreoli
L’inchiesta di Fanpage sui giovani di Fratelli d’Italia che inneggiano al duce non mi ha sorpreso più di tanto, si sa che ci sono gruppetti più o meno numerosi che amano e si identificano nel trascorso ventennio. Mi ha indignato, come riporta ansa.it, Italo Bocchino ex deputato e direttore editoriale del Secolo d’Italia che ha definito l’inchiesta di Fanpage “Giornalismo spazzatura che da cento ore di girato taglia cinque minuti guardando nel buco della serratura. Gioventù nazionale è una comunità di militanti appassionati impegnata e dedita alla politica e che dà un importante contributo alla democrazia”. Importante contributo alla democrazia? Ma scherziamo?
Ma caro Italo, mi vuol spiegare come inneggiare al duce, scimmiottare gesti e riti chiaramente di stampo fascista possano contribuire alla democrazia? Non sono un politologo né uno psicologo sociale, ma credo che voler mantenere il consenso di quel circa 5% che vi ha fatto galleggiare fino alle Politiche del 2022 sia un grave errore strategico. Un patriota non deve necessariamente essere cieco e non vedere i difetti del proprio paese salvo ché non sia piuttosto ottuso o egli stesso parte e/o fautore di questi difetti.
A mio davvero modesto parere questa inchiesta, come del resto tanti altri fatti di questi due ultimi anni, potrebbe essere un’enorme occasione per i dirigenti e simpatizzanti di Fratelli d’Italia per tentare di fidelizzare quella quota di elettori che vi hanno permesso di passare da un 5% a quasi 30%. Sono convinto che quel 25% che vi ha premiato non passa le serate ad inneggiare al duce, inoltre, e di questo sono certo, quel 50% circa di elettori che hanno disertato le urne non ha l’hobby di lucidare il busto di Mussolini gelosamente custodito da Ignazio.
L’amore per la propria patria non si manifesta difendendo l’indifendibile, si manifesta evidenziando e criticando costruttivamente quello che non va e se c’è una cosa che non manca alla nostra Nazione sono le cose che non vanno: la sanità pubblica è un colabrodo, il debito pubblico è una voragine, le infrastrutture sono fatiscenti, l’economia è stagnate, gli stipendi sono i più bassi d’Europa e tanto altro. Certo è una situazione che questo governo ha ereditato dai precedenti che essi fossero di destra centro o sinistra centro, ma quelli bravi insegnano che il primo passo per tentare di risolvere i problemi è riconoscerli, il secondo è fare piani di azione per risolverli (ovviamente anche solo parzialmente o almeno fermare eventuali progressive degenerazioni), il terzo passo è attuare i piani d’azione, il quarto è misurare l’efficacia di quello che si fa, il quinto apportare eventuali correzioni per aumentare l’efficacia dei piani d’azione stessi.
Comprendo che per fare questo, cioè rinnegare la sicurezza di quel 5%, ci voglia davvero molto, molto coraggio, quindi caro Italo Bocchino, avete coraggio o siete solo chiacchiere e distintivo?