Deriso da alcuni, nuovo eroe per altri. La sua storia è un esempio
Barba da vichingo, fisico da rugbista scozzese ma piedi da rapace d’area. Tre anni fa guardava gli Europei sul divano di casa con una birra in mano, oggi Martin Adam li gioca con la maglia dell’Ungheria. Non fatevi ingannare dalla sua stazza: a Budapest – e in Corea – è attaccante di culto. “Euro 2020? Ricordo benissimo dove fossi, sul divano di casa a bere birra”, ha dichiarato nel post-partita. Il suo esordio è stato l’highlight più interessante (e curioso) della sconfitta per 3-1 della sua Ungheria contro la Svizzera. Oltre al fisico apparentemente poco adatto per un campo di calcio, Adam è già un meme. E lui la prende con il sorriso. “I meme? Certo che uno o due mi colpiscono, di solito ci rido sopra. Sono nato in questo modo, ho questa forma corporea, non sto dicendo che ero così grande quando sono nato, ma ho un fisico di base, una genetica, non posso cambiarlo”. Il ct Marco Rossi lo ha buttato nella mischia a 11 minuti dal termine: giusto il tempo per prendersi la scena e diventare il nuovo trend sui social. Una parte dei tifosi, anche italiani, tifa per un suo gol.
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Un ungherese in Corea
No, non è l’inizio di una barzelletta. Ma la carriera di Martin Adam, attaccante che ha fatto il suo esordio a 29 anni in una competizione continentale con l’Ungheria. Il gigante ungherese – di 191 centimetri – è il nuovo eroe indiscusso del web. Il suo aspetto fisico ha fatto scalpore (anche ironicamente): Adam, però, sa anche fare gol. Aspetto da normanno, professione attaccante. Oltre 100 le reti in carriera, di cui 84 nel campionato ungherese. Nonostante qualche rumors che lo vedeva vicino all’Italia direzione Genoa, Adam cambia totalmente prospettiva. E continente. La Corea del Sud – e l’Ulsan HD – è la sua nuova casa. Pochi gol rispetto a come aveva abituato: in cambio, la sua popolarità ha raggiunto livelli da grande star. E a Euro2024 ci è voluto poco per replicare lo stesso risultato. Dal divano di casa alla competizione europea più importante, il passo è breve. In pochi, forse nemmeno lui, ci avrebbero creduto.
Deriso da alcuni, nuovo eroe per altri. Forse non il più bel manifesto del calcio moderno (tremendamente legato all’ideale di sportivo perfetto, anche fisicamente) ma la sua storia è un esempio, non solo un meme. Le sue parole nel post-partita, ironiche e sincere, raccontano l’umanità e l’esperienza di un calciatore che ce l’ha fatta. E una cosa è certa: Martin Adam è già una delle storie più bella da raccontare in questi Europei.
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