La mostra Masters of Light è aperta al pubblico gratuitamente dal 17 giugno al 14 luglio 2024: all’interno creazioni iconiche come abiti di Haute Couture e la ‘vera’ scarpetta di Cenerentola
Palazzo Citterio, elegante edificio nobiliare adiacente alla Pinacoteca di Brera, riapre le porte al pubblico grazie a Swarovski. L’occasione è l’inaugurazione della mostra Masters of Light, un viaggio nei 130 anni di storia del brand austriaco famoso per i cristalli. Dopo il debutto a Shangai, la scintillante mostra arriva in Europa. Prima tappa a Milano, dov’è stata presentata durante la Settimana dedicata alla Moda Maschile. Quale migliore occasione per intraprendere un viaggio tra gioielleria, moda, design e arte?
Palazzo Citterio, dal 1972 di proprietà dello Stato, è ufficialmente la futura sede di Brera Modern: ospiterà collezioni d’arte moderna donate dalle famiglie Jesi e Vitali. Una donazione di Swarovski da 550mila euro, spiega il direttore di Brera Angelo Crespi, contribuirà alla valorizzazione e alla conservazione delle opere col massimo rigore. Quest’estate, le porte del palazzo resteranno aperte un mese – fino al 14 luglio – in attesa dell’inaugurazione ufficiale del 7 dicembre.
All’anteprima dedicata alla stampa della mostra erano presenti Angelo Crespi, neo insediato direttore della Pinacoteca di Brera, Alexis Nasard – amministratore delegato di Swarovski – la direttrice creativa Giovanna Engelbert e il critico di moda Alexander Fury, curatore della mostra che definisce “una caccia al tesoro artistica”.
Il percorso espositivo, articolato su più piani, ripercorre i quasi 130 anni di storia della maison austriaca attraverso il secolare rapporto con la moda e con la cultura pop. I gioielli, infatti, sono una parte relativamente recente dell’attività del brand: il fondatore Daniel Swarovski ebbe l’intuizione di collaborare con i couturier fornendo loro i cristalli tagliati nell’azienda di Wattens. Nelle sale di Palazzo Citterio si può ammirare il primo vestito a essere stato impreziosito dalle gemme: una creazione haute couture di Jean-Phillipe Worth datata 1895.
Da allora la collaborazione non si è mai interrotta, anzi, ha coinvolto Maison del lusso e designer di ogni epoca: Alexander Fury ha scelto coppie di abiti che rispecchino il dialogo tra passato e presente. Per esempio, due creazioni di Balenciaga di epoche diverse – un abito degli anni Cinquanta e un look contemporaneo – un Balmain di ieri e uno di oggi, un body Prada accanto alle famose culotte di cristalli di Miu Miu. E così via tra jeans Gucci, corpetti di Vivienne Westwood e accessori di Louis Vuitton. Dall’edonismo di Mugler al Surrealismo di Schiaparelli, dal neobarocco di Lacroix fino a un abito superstar di Versace. Pagine e pagine di storia della moda uniti dallo scintillìo: “Credo che gli abiti non siano nulla senza il contesto”, spiega Fury. E i soffitti affrescati di Palazzo Citterio sono una cornice che vale la pena scoprire.
Non meno interessante è la sala “laboratorio” dove vengono mostrati tutti i possibili tagli e tutte le possibili sfumature di colore dei cristalli di Swarovski. “È stato meraviglioso applicare la mia visione creativa in questa mostra che esibisce tutto il mondo di Swarovski – spiega Giovanna Engelbert, global creative director del brand – dalla ricchezza della sua storia, alle collaborazioni con le più grandi Maison di moda e figure iconiche del panorama POP, fino ad arrivare ai gioielli che costellano le nostre collezioni”. La mostra infatti ospita anche creazioni custom made realizzate per artisti del calibro di Josephine Baker, Tina Turner, da Madonna, Beyoncé e Harry Styles.
Senza dimenticare il cinema: impossibile non emozionarsi di fronte alle scarpette rosse del film Il Mago di Oz del 1939. Oppure, per i più romantici, la scarpetta di cristallo di Cenerentola del film Disney del 2015. Gran finale: la collezione “Galaxy” realizzata con Swarovski Created Diamonds.
La mostra Masters of Light è aperta al pubblico gratuitamente dal 17 giugno al 14 luglio 2024. All’interno, anche un pop up store e un Café in giardino la cui offerta culinaria è firmata da Carlo Cracco.