La Nazionale di calcio della Danimarca ha deciso di rinunciare a negoziare un aumento salariale, obbligando però la Federazione (DBU) a garantire pari retribuzione tra la squadra maschile e la Nazionale femminile. La notizia è stata diffusa nei giorni scorsi dal sindacato FIFPRO: il 14 giugno è stato firmato il nuovo accordo quadriennale che entrerà in vigore al termine degli Europei in corso in Germania.

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Michael Sahl Hansen, direttore del sindacato dei calciatori Spillerforeningen, ha spiegato: “La squadra maschile ha scelto di non richiedere alcun cambiamento nelle condizioni del loro nuovo accordo. È un passo straordinario per migliorare le condizioni delle squadre nazionali femminili. Invece di cercare miglioramenti per se stessi, i giocatori hanno pensato di supportare la squadra femminile”. Prima dell’inizio delle negoziazioni, infatti, la federcalcio danese aveva espresso pubblicamente il desiderio di garantire una “parità salariale” tra le squadre nazionali maschili e femminili. Tuttavia, avevano comunicato che i fondi necessari per questa operazione sarebbero dovuti provenire dalla squadra maschile. “Non potevamo accettare questo approccio – ha spiegato Sahl Hansen – La squadra maschile era contrariata, così come quella femminile, che si sentiva a disagio all’idea che i soldi dovessero essere sottratti alla squadra maschile”.

La soluzione trovata dal sindacato e dalla squadra maschile è stata diversa. L’obiettivo d’altronde non è peggiore le condizioni salariali della squadra maschile, ma alzare la retribuzione della squadra femminile al livello di quella maschile. Il piano firmato prevede le seguenti misure:

  • I giocatori maschili hanno rifiutato un aumento salariale
  • I giocatori delle squadre nazionali maschili e femminili ricevono la stessa retribuzione base per la partecipazione ai match della nazionale
  • Un aumento della copertura assicurativa per la squadra femminile (più 50%) e per la squadra maschile U-21 (più 40%), finanziato da una diminuzione del 15% della copertura assicurativa della squadra maschile
  • La creazione di una sede comune per tutte le squadre nazionali, finanziata congiuntamente dai giocatori e dalla DBU
  • Un fondo di sviluppo finanziato per metà dalla squadra maschile e per metà dalla DBU

Sahl Hansen ha commentato a FIFPRO: “Quando abbiamo presentato il piano al team di negoziazione, composto da Andreas Christensen, Thomas Delaney, Christian Eriksen, Pierre-Emile Hojbjerg, Simon Kjaer e Kasper Schmeichel, erano molto felici. Questo era ciò che volevano: dimostrare che si stavano assumendo la responsabilità. Gli piaceva l’idea di offrire alle altre squadre nazionali migliori opportunità e condizioni“. “Quando abbiamo spiegato questo piano alla federazione calcistica, hanno capito che era un’offerta generosa“, ha aggiunto Sahl Hansen.

Anche le giocatrici della nazionale femminile hanno reagito positivamente all’accordo dei giocatori maschili. “Sono felici che i giocatori maschili li stiano aiutando, tuttavia concordano sul fatto che i fondi non dovrebbero provenire dalla squadra maschile, ma dalla DBU. Sono ansiose di iniziare le negoziazioni con la federazione calcistica, previste per dopo l’estate di quest’anno”, ha concluso Sahl Hansen.

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