Il cambiamento climatico e la siccità costituiscono un problema più grosso di noi, sono un iperoggetto, per dirla alla Timothy Morton, rispetto al quale noi possiamo fare poco, ma anche quel poco non lo facciamo. O quel poco lo facciamo poco. Correvano gli anni Settanta quando fece scalpore in qualche modo un’affermazione di Fulco Pratesi riguardo al fatto che in famiglia occorreva fare una doccia in comune per non sprecare acqua.

Pratesi precorreva i tempi: l’acqua è una risorsa preziosa e va preservata. Cinquant’anni dopo arriva la guerra russo-ucraina. Si parla di risparmiare gas, energia elettrica, acqua. E viene fuori che la media di minuti in Europa per una doccia è cinque minuti e forse più. E ovviamente non si fanno docce in comune. E quanti ancora lavano le stoviglie o si lavano i denti facendo scorrere l’acqua? Sciocchezze, si dirà, certo, sono sciocchezze ma sono anche segnali di una mentalità votata allo spreco della risorsa.

Quasi un terzo del consumo d’acqua nelle attività umane è impiegato per l’allevamento di animali da carne. Un italiano consuma mediamente 79 chilogrammi all’anno di carne, il che significa più di 200 grammi al giorno: una follia! E quanto contribuiscono le emissioni di metano degli allevamenti intensivi al riscaldamento e all’inquinamento delle falde? Se poi l’italiano vive in città pretende che l’amministrazione comunale tagli l’erba perché fa sporco, fa disordine: altra follia che fa diminuire la biodiversità ed aumentare il calore. E non parliamo del banalissimo uso e abuso dell’automobile con relative emissioni: beh, quello lo sanno anche i bambini.

Insomma, i mezzi per informarci ci sono e per capire i nostri comportamenti, le nostre abitudini sbagliate anche: cambiamo, santo dio! Poi è chiaro che più di tanto noi non possiamo fare e se le temperature aumentano, se la desertificazione avanza, chiediamone conto anche e soprattutto a quelli che abbiamo, anzi, scusate, che avete eletto.

Chiedetegli conto delle grandi opere che continuano a foraggiare per ripagare le imprese di costruzione per averli messi lì sul piedestallo, tronfi, a governare; chiedetegli conto dell’acqua sprecata nel tunnel della Torino-Lione, o di quella che sgorgherà dall’AV che vogliono far transitare in galleria nell’interno della Calabria solo per aumentarne i costi; chiedetegli conto degli acquedotti colabrodo che perdono circa la metà dell’acqua, ma chissenefrega, abbiamo altro a cui pensare; chiedetegli conto della dipendenza dal fracking imposta dagli Stati Uniti attraverso il rigassificatore, approfittando della guerra di cui sopra, e noi lì come pesci ad abboccare all’amo; chiedetegli conto dei pannelli solari che continuano a consumare suolo agricolo per produrre energia verde (!); e, a proposito di suolo, chiedetegli perché non approvano la legge su zero consumo di suolo o perché tagliano gli alberi in città o consentono abbattimenti in boschi o foreste solo per favorire la filiera del legno, oppure una stupidissima pista di bob.

Chiedetegli infine conto delle alluvioni e dei morti di cui sono responsabili. O forse siete d’accordo con loro?

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