Il 28 giugno scorso aveva ucciso Michelle Causo gettando il suo corpo in un carrello della spesa accanto ai cassonetti dell’immondizia a Primavalle. Ora, i genitori della giovane, sentiti dall’Adnkronos chiedono di sapere “cosa fa in carcere l’assassino di nostra figlia”. Gianluca e Daniela Causo, padre e madre della vittima hanno denunciato che “dalla struttura minorile di Treviso, che nulla ha a che fare con l’istituto penitenziario di Roma – dove il giovane cingalese, reo confesso, era stato recluso in un primo momento – a quanto ci risulta sta creando dei profili Instagram sempre nuovi con i quali visualizzare di volta in volta quelli delle amiche di Michelle”. Il caso, secondo i genitori, è ancora più grave perché il giovane ha alle spalle anche una accusa di tentata estorsione e minacce con foto ritoccate ad arte nei confronti di giovani ragazze.
“Avevo già fatto presente la cosa – spiega il padre della ragazza – ma le mie segnalazioni sono cadute nel vuoto. Poi una decina di giorni fa ci ha chiamati un’amica di nostra figlia dicendo che tra le visualizzazioni del suo profilo Instagram ne compariva uno, secondo lei, riconducibile all’assassino di Michelle, ovviamente sotto falso nome ma con la sua foto chiaramente riconoscibile“. Il giovane detenuto non si sarebbe fermato a una sola ragazza. “Nel tempo, a quanto ci hanno riferito ha contattato altri amici – raccontano i genitori della vittima all’agenzia di stampa romana – ha scritto a decine di persone. Ma è una cosa che si può fare?”. Nell’istituto penitenziario trevigiano il ragazzo – oggi 18enne – è recluso insieme ad altri 13 detenuti, due in più rispetto alla capienza regolamentare. E fonti interne alla Polizia Penitenziaria hanno confermato all’AdnKronos la possibilità per tutti di accedere a corsi di informatica e laboratori vari. “Lui è sicuramente un ragazzo esuberante – dice Aldo Di Giacomo, segretario generale della S.Pp – ma l’accesso ai social non è mai autorizzato“, aggiungendo che il sindacato chiederà di fare delle “verifiche“.
Ma la famiglia della ragazza non ci sta: “Gli insegnassero l’educazione civica, altro che informatica”, interviene la mamma. “Non è possibile, dopo che ti ammazzano una figlia in quel modo, subire pure questa umiliazione. Adesso basta. Chiediamo che la giustizia faccia il proprio dovere, non che gli diano ospitalità lasciandolo libero di guardare i profili social delle amiche della sua vittima“, conclude la donna. L’avvocato Daniele Meles, difensore del 18enne arrestato e sotto processo per l’uccisione della ragazza, contattato dall’agenzia di stampa, ha detto: “Non posso confermare né smentire. Non mi risulta assolutamente che abbia accesso al computer, ma potrei anche sbagliare“.
Il corpo senza vita di Michelle Causo era stato trovato nel quartiere romano di Primavalle, in via Stefano Borgia. A chiamare i soccorsi intorno alle 15 del 28 giugno 2023 era stato un passante che aveva raccontato di aver visto un giovane trascinare per un centinaio di metri il carrello dal quale gocciava sangue. Il giovane cingalese era stato subito trattenuto e poi fermato dopo aver di fatto confessato. E nel corso della perquisizione dell’appartamento in cui viveva con i genitori la polizia giudiziaria aveva trovato vari segni di lotta, oltre all’arma – un coltello – utilizzata per uccidere Michelle. Il 30 maggio scorso il ragazzo aveva anche fornito ancora una volta la sua versione dei fatti al processo con rito abbreviato di fronte al Tribunale dei minori. “L’ho accoltellata al collo perché mi aveva offeso”, aveva detto il 18enne in aula nel corso dell’udienza in cui erano presenti anche i genitori di Michelle.