Ad azione, reazione. Dopo l’aumento dei dazi sulle auto elettrice prodotte in Cina annunciato dall’Ue, Pechino avvia un’indagine antidumping sui prodotti importati dall’Europa legati alla carne di maiale. Lo riferisce il ministero del Commercio in una nota, secondo cui Bruxelles ha ora 20 giorni di tempo per presentare “opinioni” sulla vicenda. Il ministero del Commercio ha aperto l’indagine in risposta a una richiesta “formalmente presentata dalla China Animal Husbandry Association per conto dell’industria suina nazionale”. La Cina è il più grande mercato estero dell’Ue per la carne suina. Nel 2023 il valore delle esportazioni è stato di quasi 2 miliardi di dollari, con prodotti provenienti soprattutto da Spagna, Danimarca e Paesi Bassi. Nel complesso la Cina importa dall’Ue beni per oltre 280 miliardi di dollari l’anno.

Che i prodotti alimentari sarebbero stati i primi ad essere oggetto di ritorsione era stato preannunciato da qualche settimana. Pechino ha avvertito che i dazi “danneggerebbero gli interessi dell’Europa” e ha condannato il “protezionismo” del blocco europeo. Prima della decisione, i media statali di Pechino avevano intensificato le minacce secondo cui il Dragone avrebbe potuto prendere di mira le esportazioni dell’Ue, compresi carne di maiale e prodotti lattiero-caseari. Lo scorso gennaio la Cina ha avviato un’indagine antidumping sul brandy importato dall’Ue, con una mossa considerata rivolta ad aumentare la pressione sulla Francia, accusata di aver spinto per l’indagine della Commissione europea sui veicoli elettrici.

Sabato scorso l’ambasciatore della Cina in Italia, Jia Guide ha scritto in una nota che “Ci auguriamo che il governo italiano si attivi seriamente affinché l’Ue mantenga un atteggiamento razionale e aperto nella cooperazione con la Cina nel campo della nuova energia verde e fornisca le dovute convenienze e garanzie politiche alle aziende cinesi per investire in Italia. L’esistenza di un contesto giuridico e politico equo, trasparente e stabile è un fattore importante che qualsiasi azienda cinese deve considerare quando decide se investire in Italia”.

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