Stop ai diplomifici. Mercoledì 18 giugno cominciano gli esami di maturità per oltre 500 mila studenti italiani, in 47 istituti paritari potrebbe essere l’ultimo anno del “turismo da diploma”. Il ministero dell’Istruzione è pronto infatti a fermare quelle scuole paritarie dove avere il “pezzo di carta” è fin troppo facile. A finire sotto la lente degli ispettori di viale Trastevere e degli uffici scolastici regionali: un’indagine avviata a novembre su 70 scuole paritarie di secondo grado di Campania, Lazio e Sicilia. Posti dove ci sono classi e laboratori fantasma; discipline previste dagli indirizzi di studio mai fatte; professori privi di abilitazione e registri cartacei ed elettronici che minano la veridicità di quanto attestato.
Un “mondo” sotterraneo che attrae ogni anno, in vista dell’esame di Stato, un alto tasso di studenti residenti fuori regione (fino al 90%) dei quali non è dichiarato il domicilio vicino alla scuola ai fini di una regolare frequenza scolastica. Per 47 di queste realtà, gli Usr hanno già avviato, nel rispetto delle regole sul contraddittorio, le procedure per la revoca della parità. Le scuole oggetto di ispezione sono state individuate fra quelle nelle quali si è maggiormente evidenziato negli anni scolastici precedenti il fenomeno di un abnorme incremento degli studenti iscritti alle classi terminali a fronte di un esiguo numero di ragazzi frequentanti le classi iniziali. Un’operazione voluta con forza dal ministro Giuseppe Valditara che spiega: “Da questo Governo nessuna tolleranza verso chi non rispetta la legge. Ribadiamo il nostro impegno costante per garantire standard di qualità a tutti gli studenti, che frequentino scuole statali o paritarie”.
L’operazione messa in atto da viale Trastevere e conclusa in queste ore ha d’altro canto svelato una situazione a dir poco imbarazzante che ha portato in alcuni casi alla segnalazione alla Guardia di Finanza e alla Procura della Repubblica per i profili di indagine di competenza. Tante le irregolarità che sono emerse dai controlli dopo le denunce pubblicate l’anno scorso dal portale Tuttoscuola. In molte scuole sono stati trovati più iscritti che banchi: si è verificato un numero di aule e arredi insufficienti per accogliere tutte le classi attivate. Ma anche altri casi: tecnici agrari senza la fattoria o enogastronomici senza cucina e derrate alimentari necessarie per insegnare. Non solo. Tra le anomalie più gravi e significative emerse dal piano ispettivo gli uffici hanno registrato “il mancato rispetto dei quadri orari delle discipline degli indirizzi di studio e in alcuni casi eliminazione totale di alcune materie; l’assenza del curricolo di educazione civica e difformità delle ore di servizio indicate nei contratti individuali di lavoro rispetto alle prestazioni risultanti dai documenti di assegnazione alle classi”.
Scuole solo sulla carta – Le paritarie in questione erano in grado di organizzare una vera e propria truffa ai danni dello Stato con gravi inosservanza delle disposizioni vigenti in materia di esami di idoneità ed esami integrativi con tanto di registri più o meno fasulli. Per Valditara siamo solo alla prima fase. L’intenzione del Governo è quella di mettere una stretta entro l’anno ai diplomifici attraverso l’obbligo del registro elettronico, limiti alla istituzione delle classe collaterali e regole per il sostenimento contestuale di esami per più anni scolastici. Misure più restrittive sui criteri per le convenzioni con le scuole paritarie sono state inserite disegno di legge Semplificazioni, licenziato dal Consiglio dei ministri e in corso di approvazione in Parlamento: l’iter dovrebbe concludersi entro fine 2024, come previsto dalla tabella di marcia del Pnrr.
Resta il problema di fondo – Ma le nuove regole non entreranno in vigore prima dell’anno scolastico 2025-26, quindi due anni dopo le prime denunce di Tuttoscuola. Lo stesso portale di informazione specializzato, inoltre, segnala che il ddl semplificazioni non toccherà un problema di fondo, che consente il proliferare dei “diplomifici”. A differenza di quanto succede negli istituti pubblici, le scuole private non sono tenute ad attivare un numero di classi e indirizzi di studio in base al numero di iscritti che hanno, accorpando studenti fino a raggiungere il numero minimo previsto per ogni classe, e quindi in linea teorica possono moltiplicare il numero di classi quinte accogliendo molti più iscritti all’ultimo anno di quelli che hanno negli anni precedenti.