Cronaca

I massoni di Rito Scozzese scrivono al Gran maestro: “Ritiri il bando contro di noi. Abbiamo garantito la tenuta nei periodi bui della P2”

Una lettera lunga quattro pagine per chiedere “un segno di apertura” al Gran maestro del Grande Oriente d’Italia: “Ritirate il divieto di affiliazione al Rito Scozzese e di frequenza dei suoi lavori che avete imposto ai Fratelli Maestri del Goi“. Nel terremoto che sta scuotendo la massoneria italiana c’è una nuova, ennesima, puntata. È una richiesta formale quella che Giulio Nigro, sovrano del Rito Scozzese Antico e Accettato, ha inviato ad Antonio Seminario, numero uno del Goi. Una missiva dettagliata in cui Nigro rivendica le sue ragioni e chiede al Gran maestro di ripristinare le “minime condizioni di agibilità per i Fratelli e di relazione tra Istituzioni”, in modo da organizzare un incontro e”riannodare i fili recisi“.

Fratelli coltelli – Come ha raccontato Il Fatto Quotidiano, negli ultimi mesi i cappucci e i grembiulini sono stati travolti da una violenta guerra intestina, scoppiata dopo il voto per eleggere il nuovo Gran maestro. Le elezioni sono state vinte di misura da Seminario su Leo Taroni, ma sul voto si è subito scatenata una battaglia fatta di veleni e carte bollate. Gli sconfitti, dati in vantaggio prima del conteggio ufficiale, non riconoscono la legittimità del risultato, la cui regolarità deve ancora essere confermata dalla Commissione centrale. L’esito dovrebbe arrivare a giorni, ma Taroni ha già annunciato l’intenzione di voler ricorrere alla giustizia ordinaria. Leader di una lista che aveva posto in cima al proprio programma la lotta alle infiltrazioni mafiose nelle logge, Taroni in passato è stato alla guida del Rito Scozzese. Ed è proprio a causa degli orientamenti espressi per le elezioni che si è creata una profonda spaccatura tra gli “scozzesi” e gli attuali vertici del Goi.

Il bando di Seminario – Per capire la portata dello strappo bisogna partire dal presupposto che il Goi e il Rito Scozzese non sono due obbedienze rivali, tutt’altro. Per molti, infatti, il Rito Scozzese è una sorta di gruppo d’élite all’interno della massoneria. In pratica, dopo aver ottenuto i primi tre gradi (apprendista, compagno e maestro), gli iscritti al Grande Oriente possono scegliere un rito per proseguire il loro percorso di liberi muratori. Tra i più esclusivi c’è proprio quello Scozzese, che ha un numero maggiore di iscritti a livello internazionale e consente di arrivare fino al grado più alto della massoneria, il 33esimo. In Italia, tra i 23 mila esponenti del Goi, ne fanno parte circa 4 mila persone. Ora dovranno scegliere: se continuano a frequentare i lavori del Rito Scozzese, rischiano l’espulsione dal Grande Oriente. “L’adesione al predetto corpo rituale e/o la partecipazione a qualsivoglia attività del Rito Scozzese antico e accettato da parte dei Fratelli del Goi costituirà colpa massonica”, si legge nel decreto con cui il 13 giugno scorso Seminario ha sospeso i rapporti con gli “scozzesi”.

La lettera degli “scozzesi” – Cinque giorni dopo ecco che il Sovrano del Rito Scozzese ha preso carta e penna per scrivere al Gran maestro. “Abbiamo letto con vivo dolore il Vostro Decreto, che scava un profondo solco tra il Grande Oriente d’Italia Palazzo Giustiniani, di cui Voi reggete il maglietto, e il Rito Scozzese Antico ed Accettato per la Giurisdizione Massonica Italiana, di cui Noi siamo Sovrano Gran Commendatore”, si legge nella missiva, pubblicata dal sito Liberomuratore.com, sempre molto informato sulle vicende massoniche. “Nelle rispettive qualità – prosegue Nigro – abbiamo distinte ma sovrapponibili responsabilità nei confronti dei Fratelli, nei confronti delle Istituzioni che guidiamo, nei confronti delle Potenze Massoniche Internazionali, nei confronti dell’Italia, nei confronti della nostra storia. È sulla base di queste responsabilità che facciamo appello alla Vostra sensibilità ed attenzione rispetto alle parole che seguono”.

“Mannaia sul Rito scozzese” – Nella sua lettera Nigro parla dei “220 anni di storia comune” e ricorda come il legame tra Goi e Rsaa risalga al 1908. Poi rivendica che “la regolarità del Supremo Consiglio (l’organo al vertice del Rito scozzese ndr) ha contribuito a garantire la tenuta, Internazionale e Nazionale, del Grande Oriente d’Italia durante i periodi bui della P2, delle inchieste di Cordova e del disconoscimento da parte della Gran loggia unita d’Inghilterra“. A questo punto il leader del Rito Scozzese ripercorre i provvedimenti disciplinari presi dal Vascello (la villa dove ha sede il Goi a Roma) nei confronti di esponenti apicali della sua istituzione: “Edo Biondo, (Luogotenente Sovrano Gran Commentatore) prima sospeso, poi condannato e non ancora riammesso ai lavori; Gian Paolo Barbi (Sovrano Gran Commendatore), Andrea Roselli (Gran Priore), Giuseppe Caprarola (Gran Cancelliere), Stanislao Saeli (Gran Tesoriere), Valter Guandalini (Grande Oratore), prima sospesi e poi espulsi”. Secondo Nigro “l’azione disciplinare interna al Goi è caduta come una mannaia sul Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico ed Accettato“. In pratica il leader degli “scozzesi” accusa Seminario di aver voluto colpire tutti i massoni che sostengono Taroni: “A breve – scrive – lungo questa strada, il Supremo Consiglio sarebbe stato composto solo da Voi, che ne fate parte in quanto Membro Attivo a prescindere dalla Vostra carica di Gran Maestro dell’Ordine, e pochi altri, di cui quasi tutti, nella loro assoluta e intangibile libertà personale, si sono espressi a Vostro favore nel corso delle elezioni per il Gran Maestro”.

“Rivediamo gli accordi” – Ma non solo. Perchè nel seguito della sua missiva Nigro conferma la volontà di modificare i protocolli che regolano i rapporti tra le due istituzioni. È per questo motivo che Seminario ha deciso di emanare il suo bando. “Sono stati aboliti i punti 5 e 6 dell’art.17 Statuto, che prevedevano l’automatico recepimento nell’autonoma organizzazione del Rito Scozzese dei provvedimenti disciplinari irrogati dal Grande Oriente d’Italia nei confronti degli affiliati (evidenzio, a margine, che non esistono prescrizioni simmetriche nell’ordinamento interno del Goi); – ricostruisce Nigro – È stato modificato il tenore dell’art.12 dello Statuto e dell’art.3 del Regolamento, laddove limitavano l’appartenenza al Rito ai Fratelli che fossero ‘membri attivi‘ della Gran Loggia della Libera Muratoria simbolica tradizionale riconosciuta. Ora possono essere membri del Rito Scozzese Antico ed Accettato anche i Fratelli che ‘sono stati’ membri attivi di una Loggia all’obbedienza della Gran Loggia della Libera Muratoria simbolica tradizionale riconosciuta”. In questo modo dunque il Rito Scozzese non è più obbligato a recepire provvedimenti disciplinari adottati dal Grande Oriente e quindi può accogliere anche massoni che sono stati sospesi o espulsi dal Vascello. Al Fatto Quotidiano Seminario ha detto anche che il Rito Scozzese voleva cooptare “fratelli provenienti da altre obbedienze”. Nella sua lettera, però, Nigro smentisce questo passaggio: “Possiamo assicurare con la massima certezza che nessun Membro Attivo ha mai inteso consentire l’iscrizione al Rsaa anche di Massoni appartenenti a comunioni diverse dal Grande Oriente d’Italia, Palazzo Giustiniani“.

Rischio scissione – Gli “scozzesi”, dunque, confermano l’intenzione di voler modificare le regole che disciplinano i rapporti col Goi. “Voi stesso – scrive Nigro al Gran maestro – avete ravvisato la necessità di rivedere questi accordi, come dichiarato pubblicamente pochi giorni fa. Allo scopo di rivederli e meglio regolare i rapporti tra Grande Oriente d’Italia e Rito Scozzese, nuovamente Vi invitiamo ad un proficuo confronto per costruire nuove e più solide basi su cui regolare i reciproci rapporti istituzionali”, si legge nella missiva con cui si chiede a Seminario di ritirare il suo bando. Solo l’ultima novità di una guerra fratricida, che potrebbe segnare una nuova scissione all’interno della massoneria italiana.