di Susanna Stacchini

Di frequente mi chiedo perché a noi persone comuni vengono in mente soluzioni semplici per problemi complessi, cosa che non succede ai politici, soprattutto ai più navigati. Sull’evasione fiscale ad esempio si arrovellano il cervello da decenni, senza essere mai venuti a capo di niente.

Negli anni l’evasione fiscale, con particolare riguardo a quella legata ai grandi capitali, non è stata contrastata, semmai favorita attraverso sequele reiterate di norme sciagurate, come l’innalzamento della soglia del contante a 5000 euro e il proliferare di condoni, sanatorie, e scudi fiscali. Le tasse si prendono alla fonte, da lavoratori dipendenti e pensionati: facciamocele bastare.

Una scelta di campo, nessun equivoco. Strizzare l’occhio al grande evasore probabilmente conviene di più che strizzarlo al poveraccio. Mai hanno pensato di affrontare questa piaga abolendo semplicemente l’uso del contante, o quantomeno riducendolo all’osso. Per loro grandi statisti questa è una soluzione troppo elementare e troppo poco articolata. Insomma, non è abbastanza “supercazzola”, rischierebbe di essere capita da tutti e gli evasori non avrebbero più margine di manovra.

Tirare in ballo le persone anziane che non sono in grado di effettuare pagamenti elettronici è solo patetico, considerato che da loro si pretende l’uso dello Spid, carta d’identità e tessera sanitaria elettroniche, oltre a pretendere che si interfaccino con l’amministrazione pubblica attraverso piattaforme online e quant’altro. Quindi, già ora l’anziano è tagliato fuori e la sua condizione non peggiorerebbe certo a causa del pagamento elettronico. Anzi, ci guadagnerebbe – come tutti del resto – in welfare e servizi pubblici, primo fra tutti la sanità.

L’abolizione del contante consentirebbe davvero di ossigenare le casse dello Stato, infliggendo peraltro un duro colpo a lavoro nero, mafie e a tutte le tragedie e miserie umane connesse. Non riesco ad immaginare il pagamento del pizzo con il bancomat, la gestione del traffico di droghe e prostituzione con carte di credito e il racket del caporalato attraverso movimenti bancari. Insomma, con una manovra di solo buon senso e a costo zero potrebbero essere messe in ginocchio criminalità organizzata e mafie che, come risaputo, proliferano solo grazie alla compiacenza più o meno esplicita di potere e politica.

E’ imbarazzante rendersi conto di quanto un’idea così semplice e elementare possa risultare tanto scomoda e ingombrante. La lotta all’evasione fiscale è solo declamata. E’ una rappresentazione teatrale, una farsa in cui ad ogni replica i politici salgono sul palco e recitano la loro parte. Fingono di non saper risolvere il problema. Hanno la soluzione sotto gli occhi, la guardano e abilmente evitano di vederla. Solo il pensiero di legiferare per obbligare tutti indistintamente a pagare le tasse li terrorizza.

Gli intoccabili non vanno disturbati. E’ troppo più vantaggioso tenerli quieti. Per politica e potere, l’abolizione del contante è qualcosa di troppo rivoluzionario ed estremistico, da cui è bene stare alla larga. Qualcosa che le impedirebbe di elargire privilegi qua e là in base alla convenienza del momento. Insomma, si è smarrito il significato più nobile del fare politica, l’essere al servizio della collettività. Ormai la politica si è ridotta a mero potere, imbrigliata com’è in affari di caste e lobby, alle quali deve rispondere salvaguardandone gli interessi.

I politici hanno dato il loro massimo per rendere la politica invisa alla gente, incapaci come sono di creare un minimo di empatia con chi deve lottare ogni giorno per guadagnarsi un pezzo di pane. Una politica che se ne frega di chi non ha da mangiare a sufficienza, di chi non ha un posto dove dormire, di chi non ha soldi per curarsi, di chi non ha lavoro, di chi è povero pur lavorando e di chi per tutto questo decide di morire non può definirsi tale, né tantomeno fingersi turbata e addolorata quando accadano tragedie preannunciate da tempo e quindi evitabili.

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