A Casal di Principe i mitra tornano a sparare e i cittadini scendono in strada a manifestare. Centinaia di persone hanno preso parte al corteo organizzato pochi giorni dopo le ‘stese’ avvenute proprio durante il periodo elettorale e che hanno allarmato la comunità al punto che la scorsa settimana il prefetto di Caserta ha fatto aumentare la sorveglianza ai seggi.
A sfilare per le vie di Casapesenna e Casal di Principe i sindaci, le associazioni, i parroci e i cittadini dei comuni limitrofi, da San Cipriano a Villa Literno. Un fiume di persone ha attraversato i comuni un tempo feudo del clan dei ‘casalesi’. “Erano più di dieci anni che non si verificavano atti criminali e intimidatori di questo tipo – spiega il sindaco di Casapesenna Giustina Zagaria – siamo qui insieme con i primi cittadini di diversi comuni per dare un segnale a chi vorrebbe farci ripiombare indietro negli anni bui, oggi – prosegue – siamo una comunità unita che non resta in silenzio, però vorrei che il governo non pensasse solo a Caivano, ci sono altri territori forse anche più a rischio”.
Dello stesso avviso l’ex pm della DDA Catello Maresca, il magistrato che ha smantellato le rete criminale casertana assicurando alla giustizia il boss Michele Zagaria. “Questo territorio è più fragile di Caivano – spiega Maresca – perché purtroppo ha un passato ancora più ingombrante da un punto di vista mafioso. Ci sono tutta una serie di indicatori che segnalano l’esigenza di stare sul territorio e di rispondere prontamente – prosegue l’ex pm – e questo dovrebbe indurre il governo ad intervenire, qui basta una scarcerazione o un gruppo che si riorganizza e si rischia di tornare indietro”.
A riaccendere la preoccupazione di un ritorno al passato sono state le stese avvenute a Casal di Principe la notte tra il 7 e l’8 giugno a colpi di mitra, poi gli spari all’indirizzo del portone dell’abitazione dei figli di Francesco Schiavone detto ‘Sandokan’, (oggi collaboratore di giustizia, ndr) e infine un altro raid a San Cipriano d’Aversa contro la casa dei Reccia, ritenuti vicini ai figli di Schiavone, Ivanhoe ed Emanuele, che non hanno mai approvato la scelta del padre ‘sandokan’ di collaborare con la giustizia. Tutti episodi avvenuti a distanza di pochi giorni che hanno scosso la tranquillità della comunità locale.
“Oggi però c’è una mentalità diversa – ci dicono i manifestanti – oggi scendendo subito in piazza alla prima avvisaglia raccontiamo una storia nuova perché oggi dimostriamo ai camorristi che non è possibile sparare nel silenzio, perché c’è un popolo che fa più rumore degli spari”. In testa al corteo il sindaco uscente di Casal di Principe Renato Natale. Il primo cittadino che negli ultimi 10 anni è stato tra i protagonisti della rinascita di questo territorio sottolinea l’esigenza di non spegnere mai i riflettori e soprattutto di reinserire la lotta alla criminalità organizzata nell’agenda di governo. “La camorra non è più quella che abbiamo visto in passato – dice Natale – è stata fatta una ‘bonifica’ sostanziale però è anche vero che questi sono fenomeni che hanno secoli di vita alle spalle per cui qualcosa sotto la cenere ci può sempre stare. Qui però c’è un problema di attenzione in generale al tema della lotta alla criminalità organizzata che non riguarda solo Casal di Principe o Casapesenna – prosegue – durante la campagna elettorale non ho sentito nessuno che ponesse questo tema al centro del dibattito politico e questo è molto pericoloso e molto grave. C’è bisogno di tenere la guardia alta non solo dal punto di vista dei media – conclude il sindaco Natale – ma anche dal punto di vista della politica”.