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Pedofilo si vanta dei suoi crimini, 28enne in preda ad una “rabbia incontrollabile” lo uccide a calci e pugni: condannato a 13 anni di carcere

L'uomo, descritto come padre devoto di due figli, ha detto di aver perso la pazienza quando l'ex pedofilo "ha cominciato a vantarsi senza limite" del suo passato deviante

di F. Q.
Pedofilo si vanta dei suoi crimini, 28enne in preda ad una “rabbia incontrollabile” lo uccide a calci e pugni: condannato a 13 anni di carcere

Un uomo che ha picchiato a morte uno stupratore di bambini è stato condannato a 13 anni di prigione. Come riportano i giornali locali della regione inglese del Kent, si tratta del 28enne Simon Brown, reo confesso dell’omicidio del 71enne William Rowe. Quest’ultimo era uscito di prigione da meno di un anno quando è stato ucciso da Brown nel settembre del 2023. Brown, descritto come padre devoto di due figli, ha detto di aver perso la pazienza quando il pensionato “ha cominciato a vantarsi senza limite” del suo passato deviante, dopo essere stato confrontato con un articolo di KentOnline del 2012 che riportava le sue due condanne per molteplici reati sessuali. E abusi su due bambini piccoli.

Brown in preda ad una “rabbia incontrollabile” ha poi inflitto calci e pugni contro il 71enne fino ad ucciderlo provocandogli 27 fratture a 17 costole, prima di lasciarlo morire sul pavimento della casa di un amico comune a Borstal, vicino a Rochester. Brown è stato processato a marzo scorso con la giuria che ha impiegato poco meno di 12 ore per dichiararlo non colpevole alla fine di un’udienza durata quasi un mese, anche se lui aveva ammesso la responsabilità della morte della sua vittima dichiarandosi colpevole di omicidio colposo durante il procedimento. Come prova in sua difesa, Brown ha detto che la violenza era stata innescata solo quando il pensionato, leggendo l’articolo “Lo stupratore di Dartford William Rowe imprigionato per brutali aggressioni sessuali su una giovane ragazza due decenni fa”, si è messo a ridere liquidando i suoi crimini come “divertenti”.

Brown ha ammesso di aver preso a pugni e calci la sua vittima, ma ha sostenuto di non aver mai avuto intenzione di uccidere o causare danni veramente gravi al signor Rowe. Incarcerandolo, tuttavia, il giudice Julian Smith ha affermato che non solo l’attacco comportava un “alto rischio di morte”, ma che le ragioni dell’attacco “erano contrarie al buon senso”. “Qualunque sia il disprezzo e la repulsione che hanno portato Simon Brown ad attaccare Bill Rowe quella notte non è stato un breve scoppio di rabbia e violenza misurato in pochi secondi, ma è stato deliberato, sostenuto e ha coinvolto una forza considerevole”. Il giudice Smith ha anche osservato che il motivo per cui è iniziato l’attacco violento “ha avuto meno importanza” del fatto che sia stato “chiaramente” avviato da Brown e che la sua vittima non abbia reagito. Ha inoltre concluso che era necessaria la cosiddetta pena estesa poiché Brown era considerato un delinquente pericoloso e ad alto rischio di danni al pubblico. Ciò significa che dovrà scontare almeno due terzi dei 13 anni di reclusione prima di poter essere preso in considerazione per il rilascio.

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