Unità, unità!”. Il popolo del centrosinistra, come si diceva una volta, scandisce un grido chiaro da piazza Santi apostoli. La manifestazione di Roma contro l’autonomia differenziata e il premierato, convocata nei giorni scorsi da Pd, Movimento 5 stelle, Alleanza Verdi-Sinistra e +Europa dopo l’aggressione alla Camera ai danni del deputato pentastellato Leonardo Donno, rinsalda il fronte delle opposizioni: il collante è l’entusiasmo per la piazza piena, unito all’ostilità condivisa per le riforme della maggioranza. Elly Schlein abbraccia e bacia Giuseppe Conte e la sfida sotterranea tra i due per la leadership – esacerbata dall’esito delle Europee – finisce per qualche ora in secondo piano: “Mi appello a tutte le forze di opposizione, basta divisioni. Teniamoci strette le nostre differenze, che ci sono e sono preziose se sappiamo metterle a valore nelle nostre battaglie comuni. Questo è un passaggio cruciale della storia italiana ed europea, facciamoci trovare pronti. Viva la Costituzione e viva l’Italia antifascista”, urla la segretaria dem dal palco. Ringraziando gli altri partiti “per aver sentito l’esigenza di una piazza unitaria“, a cui invece non hanno aderito Italia viva e Azione. “È l’unità che ci dà la forza per manifestare insieme. Non permetteremo a questa destra di stravolgere la Costituzione”, dice, in risposta all’invito che sale dalla folla. E rilancia: “Non è la prima e non sarà l’ultima piazza. La prossima volta ci sarà una piazza più grande. Consideriamoci tutti mobilitati in maniera permanente”.

Anche il leader del Movimento si mostra carico: “Questa piazza è la miglior risposta all’arroganza, alla prepotenza e alla violenza“, esordisce. Il suo intervento è dedicato in buona parte ai fatti avvenuti mercoledì alla Camera, quando Donno è stato colpito da un pugno per aver tentato di consegnare un tricolore al ministro delle Riforme Roberto Calderoli: “La settimana scorsa si è consumato uno spettacolo indegno della democrazia. Non è stata una rissa ma un pestaggio, un’aggressione di gruppo con una violenza inaudita. Sono rimasto sconcertato da una presidente del Consiglio che non è riuscita a condannare la violenza e ha parlato invece di provocazione”, dice. E si rivolge a Giorgia Meloni: “Le chiedo come può essere una provocazione, per dei sedicenti patrioti, la volontà di consegnare una bandiera tricolore”. Alla fine Conte chiama sul palco lo stesso Donno, che arringa la piazza: “Non ci faremo intimidire. Se sventolare un tricolore è una provocazione, sventoliamolo più forte. Se spaventa le destre, sventoliamolo più forte. Facendoli indietreggiare riusciremo a mandarli a casa”. L’ex premier attacca anche il premierato appena approvato in prima lettura al Senato, che, dice, riduce “i parlamentari a maggiordomi e il presidente della Repubblica a passacarte”: “Le istituzioni non possono essere ridotte a “casa Meloni”, con cognato, amici e codazzo di yes man”.

Prima, sul palco avevano sfilato i volti degli altri azionisti dell’opposizione. “Questa è una piazza repubblicana, costituzionale e antifascista. Noi non abbiamo alcun imbarazzo a definirci tali, abbiamo chiesto alla Meloni di fare abiura, abbiamo perso tempo, loro non sono antifascisti“, affonda il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni. “Per dileggiarci ci hanno detto tante volte “vi unite solo per battere la destra”. Battere questa destra è un formidabile programma politico, serve generosità, umiltà e unità. È possibile”, grida. A invocare unità “di fronte al tentativo di scassare la Costituzione e al mercimonio fra autonomia e premierato” anche il leader di Europa Verde Angelo Bonelli. “Siamo in tanti e non accettiamo che il confronto e lo scontro politico diventino aggressione fisica”, dice invece il segretario di +Europa Riccardo Magi. “E questo però è quello che sta accadendo adesso, ed è qualcosa che non accadeva da quasi 100 anni, da quando Giacomo Matteotti fu assassinato per mano fascista. Oggi siamo qui per dimostrare che esiste un’altra Italia, un paese che dice no all’obbrobrio delle riforme costituzionali che vogliono Meloni e Salvini”.

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