Uniti contro le sanzioni occidentali. Il presidente russo Vladimir Putin arriverà martedì a Pyongyang per la prima volta dopo 24 anni, per una visita di Stato all’alleato Kim Jong un che testimonia dei forti legami stretti tra i due Paesi dopo l’invasione dell’Ucraina. Putin ha cominciato il viaggio dalla Jacuzia orientale, da dove vengono molti soldati impiegati sul campo in Ucraina e dove il presidente non andava da 10 anni. Mercoledì Putin sarà invece Vietnam.

Anticipando l’arrivo nella capitale nordcoreana con un editoriale sul giornale Rodong Sinmun, Putin ha elogiato il “fermo sostegno” dato dalla Corea del Nord alla Russia nel suo sforzo bellico. Un sostegno, è noto, sostanziato con ampie forniture militari. Secondo Putin, i due Paesi devono continuare “a opporsi in modo risoluto” al tentativo occidentale di “ostacolare la creazione di un ordine mondiale multipolare”. Ma soprattutto, Putin ha invitato Kim a sviluppare “meccanismi alternativi” di commercio che “non siano controllati dall’Occidente”. In altre parole, rotte alternative che permettano di evitare le sanzioni imposte ai due Paesi da Stati Uniti ed Unione europea.

“Gli Stati Uniti si sforzano di imporre al mondo il cosiddetto ordine basato su norme, che in sostanza altro non sono che una dittatura neocoloniale globale basata sul principio del doppio standard. I Paesi che non sono d’accordo con questo approccio e perseguono politiche indipendenti devono affrontare pressioni esterne sempre più forti”, afferma il leader russo. Putin scrive di essere fermamente convinto che “con i nostri sforzi congiunti porteremo la cooperazione bilaterale ad un livello più alto”.

Gli Stati Uniti preoccupati – La visita di Putin in Corea del nord e l’intensificarsi delle relazioni tra Mosca e Pyongyang preoccupa Washington, in effetti. Il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller lunedì sera ha citato il trasferimento “illegale” di decine di missili balistici e oltre 11 mila munizioni dalla Corea del nord alla Russia per la guerra in Ucraina. “Non siamo preoccupati per la visita”– ha chiarito invece il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca John Kirby – Quello che ci preoccupa è l’approfondimento delle relazioni tra questi due Paesi”.

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