Le minori di 16 e 17 anni potranno abortire senza il consenso dei loro genitori. È quanto è stato stabilito oggi dalla Corte costituzionale spagnola in sessione plenaria, confermando la riforma della legge sull‘interruzione volontaria di gravidanza nel Paese iberico e stabilendo come centri di riferimento gli ospedali pubblici.

La riforma è passata con i 7 voti dei magistrati della maggioranza del settore progressista. Mentre 4 sono stati i contrari dell’ala conservatrice. La Consulta, inoltre, secondo quanto riportato da fonti giuridiche citata dall’agenzia Efe, ha respinto il ricorso presentato dal partito di estrema destra Vox che sosteneva come la normativa violasse numerosi principi sanciti dalla costituzione spagnola fra i quali quello di libertà, pluralismo e legalità. E andasse contro i diritti all’uguaglianza, alla vita e alla libertà ideologica.

L’Alta corte si è espressa nello stesso senso in cui si era pronunciata un anno fa, quando ha avallato la legge sull’interruzione volontaria di gravidanza promossa dal governo socialista di José Luis Rodriguez Zapatero che eliminava il consenso dei genitori per le minori di 16 e 17 anni, poi rintrodotto da una riforma varata nel 2015 dall’allora governo conservatore di Mariano Rajoy (Pp).

Oggi, nella sentenza odierna, i giudici togati introducono un ulteriore novità: gli ospedali pubblici saranno i centri di riferimento per chi vuole interrompere la propria gravidanza. Non solo. Sarà creato anche un registro di obiettori di coscienza per il personale sanitario, eliminando il dovere di informare le donne che vogliono abortire sulle prestazioni di aiuto e sostegno alla maternità e i tre giorni di riflessione.

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