di Sonia Surico
Negli ultimi giorni, l’Italia è stata teatro di uno spettacolo deprimente, reso possibile non da un gruppo marginale di estremisti isolati, ma dalla sede principale dell’attuale partito di governo. La questione è grave e richiede di essere affrontata con la serietà che merita, non con le manovre dilatorie tipiche di chi spera che il tempo possa far dimenticare.
Fanpage ha portato alla luce un’inchiesta che evidenzia un movimento giovanile all’interno di Fratelli d’Italia, dichiaratamente fascista. Non si tratta di isolati “bulletti di quartiere”, ma di esponenti di rilievo della destra italiana, che inneggiano apertamente a Benito Mussolini. Accuse di “giornalismo da Kgb” sono solo un tentativo maldestro di sminuire l’inchiesta, un classico esempio di vittimismo che permea la politica da decenni. Eppure, nonostante le evidenze, la maggioranza politica ha preferito adottare un silenzio imbarazzante. Dalla televisione di stato alla cerchia di Mediaset, il rifiuto di affrontare la questione è stato quasi unanime.
L’omissione di notizie cruciali come questa da parte di Rainews24, ad esempio, solleva interrogativi fondamentali sulla loro reale indipendenza e sul loro ruolo nel garantire un’informazione equa e completa al pubblico. Il Comitato di redazione ha giustamente criticato questa decisione, riaffermando il dovere del servizio pubblico di informare senza paura o favoritismi.
Ma questi “giovani e valorosi” militanti, cosa ammirano esattamente del fascismo? Forse la soppressione della libertà di pensiero? O l’abolizione del voto segreto? O forse la violenza incarnata nelle manganellate e nelle umiliazioni pubbliche? Questi “stupendi” camerati cosa ammirano precisamente del regime fascista? Forse la partecipazione ai numerosi rastrellamenti insieme alle SS tedesche? O, molto più probabilmente, i 500 euro del Servizio Civile “senza fare nulla” da destinare al movimento?
Chi lo sa. Ciò che è certo è che chi si riconosce nel fascismo dovrebbe essere chiaramente chiamato a rendere conto delle proprie posizioni, anziché essere ignorato o addirittura supportato in maniera velata.
In un momento in cui l’Europa e il mondo intero guardano con preoccupazione alla risorgente ondata di estremismo e nazionalismo, l’Italia non può permettersi di restare indietro. L’unico modo per evitare che il passato buio si ripresenti è investire nella cultura. Solo un popolo colto e consapevole può proteggere il proprio futuro dall’oscurità del passato.