di Riccardo Bellardini

Una tale sollevazione popolare contro l’estrema destra forse ha pochi precedenti. Migliaia in piazza a Bruxelles, così come nelle città francesi, ancor prima s’era vista la stessa cosa in Germania dopo la crescita dei partiti che strizzano l’occhio ai nazisti, ma è con l’exploit di Marine Le Pen alle europee che sembra esser partito davvero il moto d’animo rosso contro quella che viene chiamata con riecheggiamenti fantasy “l’onda nera”.

Una specie di nube oscura che rappresenta un pericolo per tutti. Un avversario simile a quello contro cui si batteva l’eroe Atreju (il temibile “nulla”), un simbolismo che paradossalmente, caratterizza l’anima dell’estrema destra in Italia, e per chi volesse approfondire quanto sia importante per Giorgia Meloni appoggiarsi alle vicende della Storia infinita per costruire le idee del suo partito, consiglio il saggio di Carlo Galli, che ho trovato molto interessante: La destra al potere, rischi per la democrazia?, che ci aiuta ad inquadrare il fenomeno della destra di casa nostra e che forse ci può fornire qualche spunto per cercare di comprendere le destre che avanzano a livello europeo, all’insegna del pragmatismo, cercando di non farci travolgere dal sentimento di lotta istintivo.

Qui nello stivale in piazza non si scende, ma a Parigi e nelle altre città transalpine l’inquietudine aumenta e si moltiplica il numero di coloro che prendono parte attivamente contro gli estremisti. Una domanda sorge spontanea. Era un po’ quella che sorgeva da noi ai tempi dell’epopea politica berlusconiana: ma se tutti s’indignano, se tutti si incazzano e manifestano contro di lui, chi è che lo vota? E quindi se cresce il malcontento e addirittura imperversa la mobilitazione contro questa paurosa svolta politica nelle principali piazze d’Europa, chi è che vota questi barbari? Chi li fa crescere impetuosamente elezione dopo elezione?

La risposta non è così semplice da dare. E’ possibile però che la destra estrema, pur nella sua rozza ignoranza, con le sue ventate medievali, sia riuscita a intercettare la vita vera e il tessuto sociale molto più della sinistra, e qui quest’ultima deve fermarsi a riflettere. Sono diventati tutti pazzi? Tutti razzisti? Tutti nostalgici? O si fidano, in qualche modo, di chi riesce a parlargli? Perché, badate bene, la politica è essenzialmente questo: comunicazione. E certe volte, il modo di comunicare sovrasta il messaggio, e pure Hitler, pareva, soprattutto agli inizi, più un grande oratore che un pericoloso criminale, così come Mussolini.

Queste piazze non hanno guide. Chi incarna il loro abbattimento? Chi si fa portavoce della loro rabbia? Macron? Non può, nella piazza anti-estremista è contestato anche lui. Eppure il presidente francese continua ad apparire moderato, quasi un angelo rispetto a quella donna demoniaca che guida il Rassemblement National, nonostante da mesi si sia messo l’elmetto parlando a spron battuto solo di guerra e armi, molto più di Putin. Forse Mbappé? Beh insomma, il calcio ci ha mostrato l’estremo dal punto di vista dei movimenti di denaro e degli stipendi mostruosi dei suoi protagonisti. Il calciatore super milionario non mi sembra il più adatto per guidare le anime progressiste e le loro battaglie.

C’è davvero qualcuno pronto a farsi carico della repulsione nei confronti di queste destre pericolosamente intrise di nostalgia dei regimi fascisti, di chiusura nei confronti dei diritti civili, di diffidenza per le diversità culturali, di attaccamento a presunti valori tradizionali, reminiscenze di un passato bigotto ormai da accantonare? Qualcuno che le sappia sfidare con un’alternativa comunicativa che intercetti i sentimenti delle persone, piuttosto che ricordare continuamente il suo essere buona rispetto ai cattivi? Se c’è qualcuno, questo avversario oscuro si può battere. Se non c’è nessuno le piazze pian piano si diradano. Qui in Italia ad ora proprio non si sono riempite, arriverà qualcuno in grado di ripopolarle?

Ai posteri l’ardua sentenza.

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