Dai sindacati alle associazioni di categoria, dagli ordini professionali agli enti del terzo settore. Non è solo l’opposizione a mobilitarsi contro l’autonomia differenziata, la legge firmata dal ministro leghista Roberto Calderolie approvata dopo una lunga maratona notturna – che detta il quadro normativo dei futuri accordi tra Stato e Regioni per la devolution di competenze su 23 materie, tra cui la tutela della salute. In 14 di queste materie, le intese potranno essere chiuse solo dopo la definizione dei Lep, i livelli essenziali delle prestazioni, che però saranno determinati dal governo “a partire da una ricognizione della spesa storica dello Stato in ogni Regione nell’ultimo triennio” e “senza nuovi oneri” per la finanza pubblica: quindi, secondo i critici, si limiteranno a fotografare le diseguaglianze esistenti. Proprio su questo insiste la rete Alleanza contro la povertà: “L’autonomia differenziata rappresenta l’ennesimo ostacolo nella lotta contro la povertà. Senza Lep, i divari territoriali aumenteranno e cresceranno i poveri“, denuncia il portavoce Antonio Russo. “Senza il riconoscimento di diritti universali in tutto il Paese”, aggiunge, “cresceranno sacche di privilegio solo per alcuni”.

Per quanto riguarda la salute, il medico Walter Ricciardi – già presidente dell’Istituto superiore di Sanità – pronostica all’AdnKronos che la nuova legge “sancirà il distacco definitivo delle Regioni del Sud dal Servizio sanitario nazionale”: “Il divario che esiste aumenterà enormemente, in maniera irrecuperabile”, perché “di fatto diventerà impossibile colmarlo“. In questo senso la Federazione degli ordini dei medici, con il suo presidente Filippo Anelli, chiede di “prevedere provvedimenti e interventi per far sì che le disuguaglianze di salute, che con l’autonomia differenziata potrebbero ampliarsi, siano colmate o evitate. Come? Potenziando il ruolo del ministero della Salute e investendo nella sanità e sui suoi professionisti. Nel passato”, ricorda Anelli, “più volte siamo intervenuti su questo argomento, esprimendo molte preoccupazioni che questo provvedimento potesse in qualche maniera allargare le disuguaglianze. La via da seguire è quella di dare al governo la possibilità di intervenire per ridurre le disuguaglianze attraverso un potenziamento del ministero della Salute, in modo tale da poter intervenire” laddove alcune regioni o alcuni territori “presentino gravi differenze in termini di tutela della Salute nei confronti dei loro cittadini”.

Sul tema scuola, invece, interviene la Uil con il segretario generale del sindacato di categoria Giuseppe D’Aprile: “Differenziare l’organizzazione didattica andando a toccare anche graduatorie e stipendi del personale. Differenziare programmazione, offerta formativa e percorsi di alternanza scuola-lavoro, decidere in maniera autonoma l’assegnazione di contributi alle scuole paritarie e regionalizzare sia i fondi statali per il diritto allo studio che il trattamento economico del personale scolastico. Per la scuola l’autonomia differenziata potrebbe tradursi in tutto ciò”, avverte. Sulla stessa linea la numero uno della Flc Cgil Gianna Fracassi: “Oggi è una brutta giornata per la scuola italiana e per le istituzioni pubbliche della conoscenza. Con l’autonomia differenziata si realizza un disegno secessionistico che fa carta straccia della coesione sociale e territoriale che sono alla base della nostra Repubblica”. Anche il presidente di Conftrasporto-Confcommercio Pasquale Russo anticipa gli “effetti negativi” della nuova legge “su pianificazione e funzionalità del sistema di trasporto e logistica del Paese”, paventando ripercussioni sull’efficacia del sistema e la competitività delle imprese italiane.

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