L’autonomia differenziata ricompatta le opposizioni. Dopo due anni di distinguo e – a volte – di distanze siderali, lo “Spacca Italia”, come lo hanno ribattezzato il Pd, fa marciare insieme tutte le minoranze. A poche ore dall’approvazione, appare già evidente come ci sarà un fronte compatto per supportare la raccolta delle firme che indire un referendum sulla riforma approvata in via definitiva alla Camera. Pd, Alleanza Verdi e Sinistra e anche Italia Viva hanno annunciato che lavoreranno insieme per provare a ribaltare con il voto popolare le scelte della maggioranza. Manca un sì ufficiale del Movimento Cinque Stelle, ma è scontato vista l’opposizione in Aula e la partecipazione alla manifestazione di martedì in piazza Santi Apostoli a Roma.
“Il Pd, insieme alle altre opposizioni, ai movimenti e alla società civile, è pronto a raccogliere da subito le firme per un referendum contro lo Spacca Italia”, ha detto il capogruppo dem in Senato Francesco Boccia dopo l’ok definitivo all’Autonomia. Boccia nell’Aula del Senato, rivolto alla maggioranza, aveva avvertito: “Non ci lasciate altro scampo per una raccolta firme per un referendum che sicuramente boccerà lo Spacca Italia”. Era tutto già chiaro, con la segretaria Elly Schlein che in mattinata aveva attaccato FdI apostrofando il partito di Giorgia Meloni come “Brandelli d’Italia” o “Fratelli di mezza Italia”.
Sostegno pieno da Avs che ha annunciato con la capogruppo Luana Zanella che la raccolta delle firme è “un’iniziativa che metteremo in campo come opposizioni, di certo Avs, Pd e M5s”, specificando: “Ci metteremo subito a lavorare sul quesito”. Ma il fronte si è immediatamente allargato ai renziani e a +Europa. Ad annunciare che la battaglia sarà sposata anche da Italia Viva è stata lo stesso leader Matteo Renzi: “Anche Italia viva raccoglierà le firme contro la riforma dell’autonomia differenziata insieme a quelli che vorranno starci – ha spiegato il senatore – Questa riforma non serve al nord e fa male al sud. Abbiamo votato contro in Aula, saremo conseguenti sul referendum”.
Anche il segretario di +Europa, Riccardo Magi, ha dato l’ok alla raccolta firme unitaria dopo che “maggioranza e governo hanno forzato la mano, umiliando ancora una volta il Parlamento e approvando alla Camera l’Autonomia differenziata, un disegno raffazzonato che creerà solo squilibri tra le Regioni e che non ha nulla a che fare con il vero federalismo e che rappresenterà anche un problema per le finanze pubbliche”. Per questo, ha aggiunto, “le opposizioni si mettano subito al lavoro per costruire l’ipotesi referendaria e il governo renda accessibile finalmente la piattaforma per la raccolta delle firme digitali, come previsto dalla legge da oltre due anni”. Sì alla raccolta anche dal Partito socialista italiano, con il segretario Enzo Maraio che parla di “un vergognoso scambio per accontentare la Lega e le sue pericolose ambizioni secessioniste”.