Mentre Chiara Ferragni si gode una bella vacanza a Capri, tra canti e balli, la situazione finanziaria e gestionale delle sue società non prosegue a gonfie vele. Anzi, tutt’altro. Stando a quanto riportato dal Messaggero, infatti, dopo il divorzio con Fabio Maria Damato, emerge una nuova delicata questione che Ferragni non potrà di certo ignorare. E si chiama Pasquale Morgese, ovvero un imprenditore di Barletta che è entrato in Fenice (società che gestisce la Chiara Ferragni Brand) acquistando le azioni di Riccardo Pozzoli (storico ex fidanzato dell’influencer). Morgese ha il 27,5% del capitale e ora si sarebbe mosso legalmente per alcuni motivi precisi. Dallo studio legale Francesco Garbagnati di Milano ha fatto inviare una lettera al consiglio d’amministrazione della società, presieduto da Paolo Barletta (che detiene – tramite Alchimia Spa – una quota di maggioranza in Fenice), muovendo alcune contestazioni sulla gestione della società. In primis, il legale di Morgese contesta l’aumento di capitale di qualche anno fa di 2 milioni, al quale però l’i mprenditore pugliese non avrebbe partecipato. Fino ad arrivare a criticare alcune scelte più recenti. E già erano sorte delle polemiche sui tempi di uscita del super manager perché si riteneva che Damato avesse dovuto lasciare già a dicembre. Contestazioni che dunque rappresentano una fonte di tensione e problemi gestionali per Chiara Ferragni, non senza possibili strascichi giudiziari.
Per comprendere meglio la situazione attuale, è bene fare un passo indietro e tornare al 2020 ovvero quando Ferragni e Morgese terminarono la loro collaborazione con Serendipity, la società per la gestione del marchio Chiara Ferragni Collection. Il divorzio includeva la cessazione dei rapporti con Mofra e Ni, aziende di Morgese specializzate nella produzione di calzature e accessori. Questo sviluppo potrebbe ora comportare delle implicazioni, che dovranno essere affrontate anche da Lorenzo Castelli, il manager di Alchimia incaricato di riordinare i conti del mondo Ferragni. Gli obiettivi sono chiari: prevedere accantonamenti dopo il caso Balocco e uova di Pasqua, ma anche allargare il business ai paesi arabi. A supporto Sisterhood (la finanziaria della Ferragni che ha il 32% di Fenice e dove di recente l’influencer ha fatto entrare mamma Marina Di Guardo) e Alchimia avrebbero fatto un’iniezione di liquidità di 500 mila euro per coprire il fabbisogno operativo. Tutto ciò in attesa dell’approvazione del bilancio 2023. Ma non finisce qua. C’è un altro aspetto da curare: quello della governance. Innanzitutto potrebbe essere necessario un chiarimento azionario e inoltre c’è da sostituire Fabio Maria Damato. Non è trascorsa neanche una settimana, infatti, da quando Damato – braccio destro di Ferragni per diversi anni nonché suo vero punto di riferimento personale e professionale – ha lasciato il gruppo di Chiara Ferragni. Damato – anche lui indagato per concorso in truffa aggravata nell’inchiesta sui pandori Balocco Pink Christmas realizzati in collaborazione con la nota azienda dolciaria – è anche intervenuto via social (per la prima volta) decidendo di chiarire alcuni aspetti. “Lo scorso febbraio, infatti, dopo attente e inevitabili riflessioni, ho deciso di dare le dimissioni (quindi no, non sono stato licenziato) dalle aziende con cui ho condiviso un percorso professionale incredibile, e per le quali negli anni ho dato tutto me stesso in termini di assoluta dedizione, idee, cuore e testa, sempre onorando i valori di onestà e correttezza che mi contraddistinguono”, le sue parole. Al momento non risulta alcun commento pubblico da parte dell’influencer seguita da 28,9 milioni di follower su Instagram.