Secondo quanto riferito dallo staff della ong Sea Watch, “ancora una volta il nostro aereo da ricognizione Seabird è testimone di un brutale respingimento da parte della cosiddetta guardia costiera libica“. Le riprese, che mostrano l’intervento dei libici, sono di ieri, martedì 18 giugno. “Circa 60 persone erano state soccorse in acque internazionali dal mercantile Mardive Zohr 1. La cosiddetta guardia costiera libica ha affiancato la nave, è salita a bordo, ha minacciato di arresto il comandante e l’equipaggio, e costretto i naufraghi a salire a bordo della loro motovedetta a colpi di bastone”, scrive Sea Watch che rende pubbliche le immagini.

A commento di quanto documentato, la ong torna a denunciare i finanziamenti italiani ed europei alla cosiddetta guardia costiera libica: “Finanziando le milizie libiche per compiere queste azioni, l’Italia e l’Europa sono complici della violazione dei diritti umani nel Mediterraneo”. E ricorda la recente ordinanza dell’Ente nazionale per l’Aviazione civile (Enac), per ostacolare l’operatività dei velivoli delle organizzazioni umanitarie: “L’ordinanza di ENAC per bloccare Seabird è solo il tentativo del Governo Italiano di nascondere i suoi crimini”.

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