Scontro vivace a Omnibus (La7) tra Roberta Calvano, costituzionalista e professoressa all’università Unitelma della Sapienza, e il giornalista di Libero Francesco Specchia sulla riforma del premierato per la quale c’è stato ieri il primo sì del Senato.
La costituzionalista è una delle firmatarie dell‘appello a cui hanno aderito suoi 180 colleghi, supportando la senatrice a vita Liliana Segre contro la riforma voluta dal governo Meloni.
Specchia, pur riconoscendo “problemi tecnici” nel testo, definisce “ideologica” la posizione dei costituzionalisti, suscitando il dissenso di Calvano che puntualizza: “Pensare che le nostre critiche siano ideologiche significa non aver letto, né ascoltato i costituzionalisti, perché c’è stata una grande quantità di critiche puntuali”.

E spiega: “Per quanto riguarda i poteri del presidente della Repubblica, ne sono stati aboliti diversi: la nomina dei senatori a vita, lo scioglimento di una sola Camera, l’individuazione del premier e soluzione delle crisi. È evidente e si legge sugli atti del Senato – sottolinea rivolgendosi a Specchia – quindi non si può dire proprio che non è vero che non siano stati modificati i poteri del presidente della Repubblica”.

Calvano sottolinea anche il carattere illiberale della riforma: “In nessuna democrazia liberale esistono Parlamenti che non siano eletti direttamente dai cittadini, non esiste l’idea di un’assemblea rappresentativa che non sia il frutto del voto degli elettori. Col premierato invece avremmo Camera e Senato in cui la maggioranza sarebbe determinata dal voto per un altro organo costituzionale, quindi la maggioranza non deriverebbe più dal voto per le Camera. E questo è singolare, ci porterebbe fuori dalle democrazie liberali“.

La costituzionalista fa quindi un esempio di quella che definisce “irrazionalità” della blindatura che si fa del governo nella riforma: “Immaginiamo che una lista di minoranza presenti come candidato premier un personaggio molto popolare come un calciatore o un influencer. Supponiamo, ad esempio, Totti candidato premier. Avrebbe sicuramente un risultato eccezionale e la prevalenza su altri candidati. A cosa porterebbe questo risultato? – continua – Al fatto che una lista minoritaria collegata al candidato premier popolare otterrebbe la maggioranza dei seggi alla Camera e Senato, a parità di forze politiche“.
Specchia dissente, ma la docente ribadisce: “E invece così, Specchia, lei avrà letto il testo di legge. E il testo dice che il premio di maggioranza viene attribuito alla lista o alle liste che si collegano al candidato premier che risulta vincente”.

Calvano poi si sofferma sul caso del voto degli italiani residenti all’estero, che sono circa 5 milioni: “Questo è un altro aspetto che è stato sottovalutato. Oggi loro votano per Camera e Senato ma il loro voto è pesato, perché la circoscrizione estero elegge solo un numero ridotto di senatori e deputati. Ma un domani, eleggendo direttamente il premier, questo voto non potrebbe più essere pesato, perché – spiega – non ci sarebbe più la giustificazione derivante dal ritaglio delle circoscrizioni. Quando si elegge una carica monocratica, il voto di ogni cittadino vale come gli altri. E allora cosa potrebbe succedere? Che dagli italiani all’estero potrebbe derivare l’elezione del premier e anche l’attribuzione del premio di maggioranza“.
Ancora una volta insorge la firma di Libero, che commenta: “Qui siamo al pre-crimine, stiamo immaginando il delitto prima che venga commesso”.

“È previsto nelle norme – replica la costituzionalista – il premio di maggioranza per la prima volta è costituzionalizzato. Ed è un unicum. Se tutto questo vi sembra razionale… non è ideologia, è proprio che manca la razionalità nel modello“.

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