A San Cristóbal de La Laguna (nelle Canarie) è conosciuto come Sergio, nel mondo del basket è soprannominato “Chacho”, sin dai tempi della nazionale U13 spagnola. Da oggi, quel ragazzino (“chacho”, appunto) è leggenda. Sergio Rodriguez si ritira dalla pallacanestro, dopo 20 anni di carriera. Creativo, illuminante e fantasioso: una vita in maglia Real Madrid e un passato all’Olimpia Milano. Il sogno Nba e l’iconica barba fatta crescere quasi per scherzo: “La sperimentai per la prima volta in vacanza a Mykonos dopo le Olimpiadi del 2012, quando vidi tanta gente che portava queste barbe lunghe. Pensai che portasse fortuna e mi stava bene. Ed eccomi qui”. Oggi, è un brand. Rodriguez lascia il basket e un’eredità pesantissima. Difficile da replicare ma emozionante da rivedere. E ricordare. Il “Chachismo” ha segnato una generazione intera.

Il “Chachismo”
Un modello e uno stile di gioco che appartiene ai più grandi. L’occasione di una vita per il Chacho arriva quasi per caso: chiamato d’urgenza mentre era al mare perché la sua squadra dell’epoca, l’Estudiantes, doveva giocare la finale del campionato spagnolo ma non aveva abbastanza playmaker. Nacho Azofra commette il quinto fallo e il giovane Rodriguez percorre tutta la panchina dal fondo per fare il suo ingresso in campo. E che ingresso. Reverse con difesa schierata, tabellone e canestro. Rodriguez aveva solo 18 anni e da quel momento le vacanze a Tenerife furono sempre di meno. Giocatore eclettico e d’istinto: caratteristiche che gli hanno permesso di andare in America e assaporare il mondo Nba con le maglie di Portland, Sacramento, New York e Philadelphia.

La barba più iconica all’Olimpia Milano
Dopo la parentesi russa al CSKA, Rodriguez vuole una nuova sfida. Sceglie l’Italia e il progetto Olimpia Milano: orfani di Mike James, i biancorossi godono dell’eleganza e della pulizia tecnica del Chacho. In tre stagioni, Rodriguez vince uno Scudetto, due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana. Raggiunge le Final Four di EuroLega nel 2021.

Real Madrid è casa
Fin da bambino tifavo per il Real Madrid, anche mio padre tifava. A scuola, a Tenerife, eravamo divisi tra chi sosteneva il Real e chi parteggiava per il Barcellona”. Madrid è nella fede e nel destino. Da fare il tifo da casa a giocare per la tua squadra del cuore. Madrid diventa casa per Rodriguez. Maturità cestistica abbinata a una creatività che ricorda Jason Williams (uno dei suoi idoli). Il Chacho, però, non è solo spettacolo: con il Real vince, anzi stavince.

Dopo sei stagioni negli anni ’10, Rodriguez per gli ultimi due anni della sua carriera. Un ritorno romantico e ancora carico di successi. Con la maglia dei blancos la sua bacheca prende forma: 2 Euroleghe, 1 Coppa Intercontinentale, 4 Leghe, 5 Copas del Rey e 5 Supercoppe spagnole. MVP dell’Eurolega e inserito nel miglior quintetto della stagione 2013-2014, MVP della Supercoppa spagnola nel 2013 e per tre stagioni consecutive nel quintetto ideale del campionato. Il “Chacho” abbandona la scena. Poche parole ma incisive. Perché alla fine di tutto, essere unico nello sport (come nella vita) ti rende immortale e riconoscibile per sempre. Con la sua spontaneità (e la sua barba), Sergio Rodriguez ce l’ha fatta. “Grazie per questo incredibile viaggio”.

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