Oggi fanno dieci anni di Felipe VI al trono di Spagna. Il figlio di re Juan Carlos è diventato sovrano nel 2014, giusto qualche giorno dopo l’abdicazione del padre, travolto da scandali di vario genere: economici, personali (l’amante chiese un ordine restrittivo per molestie) e ambientali (celebre la sua foto in posa davanti al cadavere di un elefante appena cacciato).

A causa di questi eventi, Juan Carlos andò in autoesilio, prima in Arabia Saudita e ora in Svizzera, dove si trova anche la figlia Cristina. Come riporta il quotidiano online El Nacional, però, molto probabilmente il ritorno in Europa si deve anche alla possibilità di avvicinarsi ai depositi bancari dove ancora giace la sua fortuna, ossia i 1800 milioni di euro che dovrebbe dichiarare al fisco spagnolo se vivesse più della metà dell’anno in patria. La vulgata è che il re emerito (questo il suo titolo) passi parecchio tempo in Spagna senza farlo sapere e senza superare mai i sei mesi di permanenza continua.

Questa enorme quantità di denaro verrà ereditata dalle due figlie maggiori alla morte del re emerito: le infante Elena e Cristina, ex moglie di Iñaki Urdangarin, condannato a sei anni e tre mesi di carcere sempre per la sottrazione di una grossa somma di denaro dai fondi di un’organizzazione senza scopo di lucro di cui era al vertice. Felipe, invece, ha dichiarato che rinuncerà alla sua parte di eredità alla morte del padre: il dubbio è che abbia voluto fare questa dichiarazione per spegnere l’incendio dovuto alle dichiarazioni dell’amante del padre, Corinna zu Sayn-Wittgenstein, che ammise alla stampa inglese che proprio a Felipe erano intestati i conti off shore di Juan Carlos. Inoltre, Felipe ha tolto alla sorella Cristina il titolo di duchessa di Palma di Maiorca ai tempi del processo che la vedeva coinvolta col marito, anche se poi è stata assolta. Non si spiega però come mai non tolga l’onorificenza di re emerito al padre.

Naturalmente questi non sono gli unici scandali che hanno travolto la Corona spagnola. Fece per esempio molto scalpore una moneta celebrativa, coniata nel 2015, sul cui verso una scritta riportava “70 anni di pace”. Chiaro il riferimento alla fine della seconda guerra mondiale; non fosse che la Spagna non vi prese parte per iniziativa del dittatore Franco, il cui regime durò per altri 30 anni (morì infatti nel 1975) e che già nel 1947 aveva designato come suo successore Juan Carlos, in qualità di futuro re.

Di recente si è scritto del percorso che sta seguendo la principessa Leonor, futura regina: oltre all’avvenuta forzatura della Costituzione per garantirle la corona (i Borboni prevedono che solo i figli maschi possano ereditare il trono), l’infanta ha recentemente giurato sulla Carta davanti alla presidente della Camera, Francina Armengol, promotrice di un referendum sulla repubblica nel 2014; e ora si appresta a intraprendere il percorso di formazione che la porterà a essere il comandante in capo delle Forze armate di Terra, d’Acqua e di Aria. Una bella storia di femminismo che però non fa rima con emancipazione. Intanto, è uscito un libro che racconta i retroscena del matrimonio, a quanto pare solo di facciata, tra gli attuali re Felipe e regina Letizia: sembra infatti che i due conducano vite separate mentre lei mantiene una relazione clandestina col cognato, marito di sua sorella Telma.

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