Una spesa di circa 122 miliardi di euro per ricostruire, dal 1968 a oggi. Un arco temporale che coinvolge gli 8 grandi eventi sismici. Eppure ad oggi solo il 5,3% delle abitazioni italiane è assicurato contro le calamità naturali. È quanto emerge da un’analisi fatta da Gea – Green Economy Agency – con il centro studi del Consiglio Nazionale Ingegneri. Uno studio presentato oggi, mercoledì 19 giugno, durante l’evento #GEF24 – Green Economy Agency, organizzato dal gruppo editoriale Withub, insieme a Eunews, GEA – Green Economy Agency e Fondazione Art.49. L’evento ha visto anche un lungo dibattito sulla necessità di proteggere l’economia dagli impatti negativi della crisi climatica. Con interventi di Riccardo Cesari, componente del Consiglio Ivass, Maria Siclari, direttrice generale di Ispra, Dario Focarelli, direttore generale di Ania e Francesca Brunori, Confindustria e direttrice Credito e Finanza.
I terremoti in Italia – Otto grandi eventi sismici in Italia, presi in esame dagli esperti, che hanno generato una spesa pari a 2,17 miliardi di euro all’anno: Valle Del Belice (9,1), Friuli Venezia Giulia (18,5), Irpinia (52), Marche-Umbria (13,4), Puglia-Molise (1,4), Abruzzo (11,1), Emilia (6), Amatrice e Centro Italia (10,4). Ogni anno i sismografi registrano migliaia di terremoti ma, fortunatamente, soltanto un centinaio sono di magnitudo percepibile alla popolazione del territorio interessato.
I numeri – Secondo quanto riportato dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), in Italia nel 2023 sono stati registrati e localizzati 16.307 terremoti. Di questi, 2.018 sono stati di magnitudo pari o superiore a 2.0; 233 di magnitudo compresa tra 3.0 e 3.9; 19 tra 4.0 e 4.9. Mentre solamente 2 hanno registrato un’intensità uguale o superiore a 5.0. I fenomeni più gravi, cioè quelli di carattere distruttivo – continua lo studio – si ripetono però con una cadenza media ultrannuale. E nel dettaglio, prendendo in esame gli ultimi 150 anni, i grandi terremoti nel Paese sono stati circa 30, uno ogni 5 anni. Queste attività sismiche, oltre che danneggiare edifici pubblici, privati e infrastrutture, vanno a incidere anche sulle dinamiche sociali ed economiche dei territori colpiti. E non mancano i costi economici che dipendono anche dal livello di sviluppo e antropizzazione dei luoghi colpiti e dalla capacità dell’uomo di realizzare strutture antisismiche.
Prevenire e assicurare – Che l’Italia sia una zona a rischio sismico è cosa già nota. Ma a mancare nel Paese è una cultura della prevenzione. Secondo i dati ASviS contenuti all’interno del Policy Brief “Politiche di prevenzione e contrasto al dissesto idrogeologico”, nel periodo compreso fra il 2013 e il 2019, a fronte di 20 miliardi di euro spesi per le emergenze, s0lamente 2 miliardi (10%) sono stati investiti per la prevenzione. Gli italiani, da parte loro, investono poco: la percentuale di abitazioni assicurate contro le calamità naturali, terremoti, alluvioni in Italia è pari al 5,3% del totale. E se si guardano le aziende nel Paese, solo il 5% delle microimprese (pari a 4,3 milioni, il 95% del totale) ha un’assicurazione contro i rischi climatici. In quest’ottica, la nuova legge di Bilancio prevede, per tutte le aziende iscritte al registro delle imprese, l’obbligo di assicurare terreni, fabbricati e macchinari contro eventi calamitosi. Con scadenza fissata al 31 dicembre prossimo.