Potrà avere i permessi richiesti Renato Vallanzasca, ex boss della banda della Comasina. Lo ha deciso a distanza di 24 ore dall’udienza il Tribunale di Sorveglianza di Milano. Una decisione che arriva in considerazione del suo stato di salute. Per i giudici frequentare durante il giorno una comunità terapeutica è utile, affinché le sue condizioni non peggiorino, perché favorisce una interazione con altre persone e rapporti sociali. La decisione dei giudici, quindi, è in linea col reclamo della difesa, coi legali Limentani e Muzzi, che avevano fatto presente come il poter andare nella comunità alleviasse il suo decadimento cognitivo. Con la concessione di questo singolo permesso, ovviamente si apre la strada anche al via libera per altri permessi sempre per andare in comunità, tanto che in passato Vallanzasca andava là almeno una volta a settimana.

Secondo i magistrati gli “spazi di libertà legati alla fruizione dei permessi premio” possono “alleviare la patologia neurologica” di Vallanzasca, che ha trascorso un “lunghissimo periodo” in carcere e ha “necessità” di “strutturare” un “percorso di risocializzazione che ad oggi sembra essere stato intrapreso con serietà”. A Vallanzasca è stato concesso un “permesso premio di dodici ore” da trascorrere in una comunità terapeutica, accompagnato dall’amministratore di sostegno, un imprenditore e volontario, suo amico. I giudici riconoscono che Vallanzasca è malato e che ha, per la patologia di cui soffre, problemi di tipo “comportamentale, con confusione ed agitazione“. Per i giudici non sono mutate le condizioni che, nel maggio dello scorso anno, avevano portato a ripristinare i permessi, che si sono sempre svolti “senza problematiche”.

Ieri l’ex capo della banda della Comasina, detenuto da oltre 50 anni, era presente in udienza davanti ai giudici della Sorveglianza (togati Di Rosa e Caffarena). A marzo gli erano stati revocati i permessi premio – già bloccati in passato e poi concessi di nuovo – per frequentare una comunità terapeutica. Il giudice nel provvedimento di revoca aveva fatto presente che le sue condizioni fisiche e psichiche erano tali che quella comunità non gli può più garantire l’assistenza necessaria, ma per i suoi difensori, invece, quel luogo gli è utile per alleviare il suo decadimento cognitivo. La difesa, dunque, aveva presentato reclamo. Il sostituto pg Rossana Penna ieri nell’udienza a porte chiuse aveva chiesto alla Sorveglianza di rigettare il reclamo, indicando alla difesa semmai di presentare una nuova istanza per i permessi.

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