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Autonomia, la Lega si spacca in Veneto: due gli eventi per festeggiare, uno con l’ex sindaco del Carroccio che ora appoggia il candidato Pd

Non tutto è oro ciò che luccica neppure nel giorno in cui la Lega celebra in Veneto l’approvazione della legge sull’autonomia differenziata, che da qui ha visto l’impulso più deciso. Il governatore Luca Zaia è volato a Roma dove ha tenuto una conferenza stampa per ribadire la bontà di una modifica strutturale, che per lui era un’autentica incompiuta, arrivata a quasi sette anni di distanza dal referendum consultivo che nel 2017 aveva avuto un esito plebiscitario in Veneto, con l’adesione di quasi tutte le forze politiche. Adesso la Lega si prepara a celebrare l’evento con una manifestazione che si terrà a Montecchio Maggiore, nell’hinterland di Vicenza, venerdì 21 giugno, con l’annunciata presenza anche del segretario Matteo Salvini.

In realtà le manifestazioni saranno due, e questo già dimostra crepe e malumori all’interno del partito. La candidata designata, Milena Cecchetto, consigliera regionale leghista, sembrava destinata a una vittoria facile. Invece si è fermata al 34,11 per cento e avrà contro al ballottaggio il candidato Silvio Parise del centrosinistra (con il 28,23 per cento). Cecchetto dovrà fare i conti soprattutto con l’ex sindaco Gianfranco Trapula, anche lui leghista, che dopo essere stato scaricato dal partito, ora si è apparentato con Parise. Per questo la Lega ha organizzato una prima manifestazione ecumenica alle 19 per festeggiare l’autonomia e un secondo appuntamento alle 21 per sostenere la propria candidata, così da non confondere l’autonomia (che è stata votata da tutto il centrodestra) con la candidata leghista e un gruppo che appare spaccato.

Paradossi veneti, imprevedibili fino a due anni fa, per un partito che è sull’orlo di una crisi di nervi interni per essersi ridotto a un terzo dei voti di Forza Italia. Sta infatti per conoscere un repulisti fatto di sanzioni soprattutto nel Trevigiano, a carico di dirigenti e militanti che non hanno osservato la linea ufficiale. Il caso più clamoroso, in qualche modo speculare a quello di Montecchio Maggiore, è a Vittorio Veneto, dopo la sezione locale è stata commissariata a seguito della clamorosa sconfitta subìta al primo turno delle comunali.

È lì che si è consumata la vendetta di Gianantonio Da Re, espulso dalla Lega pochi mesi fa, che in passato fu sindaco di Vittorio Veneto, segretario regionale del partito ed è uno degli eurodeputati appena scaduti. Da Re si è alleato con Forza Italia appoggiando Gianluca Posocco, che va al ballottaggio con il 32 per cento. Il solo Da Re ha portato in dote il 12 per cento, il doppio dei voti di Forza Italia. Mentre il centrosinistra è arrivato al 41,23 per cento con Mirella Balliana, Lega e Fratelli d’Italia (appoggiavano Giovanni Braido) hanno conosciuto un’autentica dèbacle fermandosi al 22 per cento. Il simbolo della Lega ha ottenuto solo il 7,43 per cento che è appena un quarto del 27,27 per cento del 2019 in una città che ha sempre amministrato dal 1999 ad oggi, con la sola eccezione di un quinquennio. Una roccaforte caduta, visto che non ci sarà un solo consigliere della Lega in un Comune di quasi trentamila abitanti. A caldo, Braido ha pure invitato i leghisti a votare per il centrosinistra, non per il candidato di Da Re. In realtà Lega e Fratelli d’Italia sono intervenuti dicendo che la presa di posizione non li rappresentava e così hanno lasciato libertà di voti ai loro aderenti.

In ogni caso la provincia di Treviso è l’epicentro di un terremoto leghista, con tre sezioni commissariate (anche Valdobbiadene e Codognè) e una decina di militanti che rischiano l’espulsione per non aver appoggiati candidati indicati dal partito. Segnali di caos anche nelle alleanze, dove si attende l’esito del ballottaggio a Bassano. Lì il centrosinistra è in testa con Roberto Campagnolo (28,3 per cento), mentre il leghista Nicola Ignazio Finco (vicepresidente del consiglio regionale) è al 25,11 per cento, dopo che si è consumata la lacerazione con i Fratelli d’Italia che hanno presentato come candidata Elena Pavan (arrivata al 23,03 per cento), la sindaca leghista uscente che era stata scaricata in modo plateale dal partito del governatore Luca Zaia, del presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti e del segretario regionale Alberto Stefani.