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Autonomia , M5s scrive a Mattarella: “Non firmi la riforma spacca-Italia”. Tajani: “Legittime preoccupazioni del Sud”

Una lettera indirizzata a Sergio Mattarella per chiedergli di non firmare la riforma sull’Autonomia differenziata. È quella che hanno preparato i capigruppo del Movimento 5 stelle alla Camera e al Senato, Francesco Silvestri e Stefano Patuanelli. Il partito di Giuseppe Conte, dunque, chiede al presidente della Repubblica di “voler valutare l’opportunità di esercitare la sua prerogativa costituzionale” di “rinvio presidenziale di cui all’articolo 74 della Costituzione“. La norma consente al capo dello Stato di chiedere una nuova deliberazione con messaggio motivato alle Camere, prima di promulgare la legge.

La lettera dei 5 stelle – Secondo i 5 stelle “la riforma Spacca-Italia ha preso corpo attraverso una legge ordinaria con la quale si pretende di scardinare l’assetto costituzionale”. Nella lettera si sostiene che con la riforma “i diritti della persona, quale il diritto alla salute, che l’articolo 32 della Costituzione definisce fondamentale, non saranno più garantiti in condizioni di uguaglianza in qualsiasi parte del territorio nazionale, ma lo saranno in condizioni di variabilità e disuguaglianza, legati in pratica al certificato di residenza”. L’appello al Quirinale è, dunque, quello di esercitare la sua prerogativa di rinvio alle Camere “proprio per salvaguardare il complessivo assetto democratico, nell’ambito della coerenza e conformità normativa del disegno di legge sull’autonomia con i principi fondamentali della nostra Carta costituzionale”.

La protesta del Pd – Contro la riforma protesta anche il Pd, che al Consiglio comunale di Roma ha esposto il tricolore. “No all’autonomia differenziata che spacca questo Paese, evviva il presidente della Repubblica, evviva l’Italia unita, unica e indivisibile”, ha detto il consigliere Mariano Angelucci. I dem scenderanno in piazza anche a Palermo, al fianco della Cgil, che ha indetto una manifestazione per rilanciare il diritto alla salute e del servizio sanitario pubblico in Sicilia. “La Sanità che non funziona è una delle più dirette ed evidenti disfunzioni che la scellerata autonomia differenziata voluta dal governo Meloni, nel silenzio del presidente della regione siciliana Renato Schifani, produrrà a danni dei cittadini siciliani”, dice Sergio Lima, membro della direzione nazionale del Pd. La Cgil ha invece annunciato di voler lanciare una raccolta firme per il referendum abrogativo. “Siamo pronti già dalla prossima settimana perché non vogliamo permettere che si divida i Paese e che il Paese torni indietro”, dice Maurizio Landini ospite a L’Aria che tira su La7.

Maldipancia nella Lega – Ma la riforma crea problemi anche al centrodestra. Contro l’Autonomia differenziata si è espresso il presidente del Consiglio Regionale della Calabria, il leghista Filippo Mancuso, che ha definito la riforma un “pasticciaccio difficile persino da decifrare”, “certamente non è in linea con i bisogni reali del Mezzogiorno”. Secondo Repubblica almeno 4 o 5 consiglieri (sui sei eletti dalla Lega in Calabria) condividono la posizione di Mancuso.

La situazione in Forza Italia – Malumori interni anche in Forza Italia. Ieri Roberto Occhiuto, governatore della Calabria e vice segretario nazionale del partito, aveva criticato aspramente il ddl voluto dalla Lega. “Temo che il centrodestra nazionale abbia commesso un errore, del quale presto se ne renderà conto – ha detto il numero 2 dei berlusconiani – Questa norma andava maggiormente approfondita e la discussione doveva svolgersi in modo sereno: avremmo così avuto l’opportunità di spiegarla meglio nelle Regioni meridionali”. Anche il presidente della Basilicata, Vito Bardi, pure lui esponente di Forza Italia, condivide le “perplessità” espresse da Occhiuto “in ordine all’accelerazione che si è voluto imprimere al processo legislativo, quando si sarebbe potuto migliorare ulteriormente il provvedimento”. Un bel problema per Forza Italia, che alle ultime europee ha riscosso consensi soprattutto al Sud. E infatti oggi il leader Antonio Tajani è intervenuto per dare un colpo al cerchio e uno alla botte: ha garantito la bontà della riforma, ma ha comunque condiviso i commenti dei suoi. “L’autonomia – ha detto il vicepremier – va nella giusta direzione, ci sono legittime preoccupazioni nel Sud del Paese che però saranno fugate dall’ applicazione degli ordini del giorno proprio a garanzia del Meridione. Questi sono stati presentati da Forza Italia e approvati a grande maggioranza. Impegnano il governo ad accendere sempre i riflettori sulle realtà meridionali”. I cronisti hanno chiesto al ministro degli Esteri se la riforma spaccherà il Paese. “No, non lo spacca”, ha assicurato Tajani che è in Francia per il Forum su sovranità e innovazione vaccinale.

Contesta la riforma anche l’associazione antimafia Libera. “L’approvazione della legge sull’autonomia differenziata rivela una politica che persegue obiettivi diametralmente opposti a quelli del bene comune – osserva l’associazione fondata da don Luigi Ciotti – Una politica che, invece di unire, divide, che invece di garantire l’universalità dei diritti sociali e civili trasforma quei diritti in beni di mercato, in privilegi economici”. Secondo Libera “con la riforma la garanzia dei diritti sul territorio nazionale è ad alto rischio, aumenterebbero le disuguaglianze, si renderebbe più incerto il diritto alla salute , al lavoro, alla mobilità, all’accesso ai servizi e all’ambiente. E quando impoverisci i territori, non offri politiche sociali, quando frantumi tutto e scarichi i problemi sui poteri locali le mafie sanno approfittare molto bene di quei vuoti. Ce lo insegna la storia. Nelle zone più fragili devi investire di più, non il contrario. Devi creare più servizi, devi dargli più attenzione se non vuoi che crescano le mafie”.